«Eravamo preparatissimi, misuravamo la febbre due volte al giorno. Lo dimostrano le cartelle cliniche». Parla così ad Agorà Massimo Poggi, proprietario della rsa di Torano, diventata uno dei focolai più gravi in Calabria dove si sono registrati decine e decine di casi positivi al coronavirus.


Una versione che decisamente si scontra con quella del commissario straordinario dell’Asp: «La situazione della prima paziente non è precipitata nella notte, stava lì da 15 giorni». C’è stata disattenzione? «Non trovo più nella Treccani l’aggettivo giusto perchè li ho esauriti tutti» - commenta lapidario Giuseppe Zuccatelli.

Quella di Villa Torano è una vicenda che pone ancora diversi dubbi e interrogativi. Una vicenda fatta di ombre e punti oscuri, di una gestione opaca che ha attenzionato anche i media nazionali.

Da un lato c’è il commissario straordinario dell’Asp di Cosenza che ancora una volta, come già avvenuto ai nostri microfoni, denuncia diverse “anomalie” che si sarebbero registrate nella gestione.

«L'evento comincia al Pasqua quando un’anziana viene ricoverata a Cosenza perché stava male, alle ore 14 un medico telefona alla struttura dicendo “questa è una paziente che ha una polmonite covid” ma noi come Asp di Cosenza stiamo stati avvisati solo il martedì successivo alle ore 9 del mattino» - dichiara Giuseppe Zuccatelli ad Agorà raggiunto telefonicamente.

E poi c’è il mistero dei tamponi, tamponi che il proprietario della struttura recupera autonomamente bypassando le normali procedure e l’Asp. Ma di chi è stato autorizzato?
«Dal direttore generale del dipartimento della Regione Antonio Belcastro» - ha affermato Massimo Poggi, amministratore di Villa Torano.

«La stranezza non sta tanto nel procurarsi i tamponi – aggiunge Zuccatelli – ma nel non aver avvisato l’Asp. Noi il 23 febbraio abbiamo attivato un servizio del dipartimento prevenzione nell'ambito delle iniziative covid h12 8-20, santi sette giorni su sette e il cellulare del direttore è sempre acceso h24 insieme al mio che sono il commissario straordinario».


Per Poggi invece nessuno «avrebbe comunicato che l'Asp di Cosenza il lunedi di Pasquetta avrebbe potuto ricevere telefonate  e disporre di 200 tamponi. Io penso che villa Torano potrebbe diventare anche il primo caso dove sta avvenendo una cosa incredibile. Ero disperato».

Disperazione o no, la rabbia resta. Qualcuno poteva intervenire prima? E se da un lato c’è sullo sfondo un’inchiesta della magistratura che forse, si spera, chiarirà come sono andate effettivamente le cose, dall’altra c’è in ballo la vita di decine di persone, perché decine sono quelle risultate effettivamente positive al nemico invisibile del coronavirus.

 

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