Nel mastodontico fermo emesso questa mattina dalla Dda di Catanzaro  l'ex dirigente medico in servizio all’ospedale vibonese, Cesare Pasqua, viene descritto come un dirigente medico che avrebbe svenduto la sua professione mettendosi a disposizione delle cosche di ‘ndrangheta, per puro interesse personale. Da qui la gravissima accusa di concorso esterno in associazione mafiosa mossagli dalla procura guidata da Nicola Gratteri.

Leggi anche

Secondo quanto scritto nel fermo Pasqua, in qualità di capo del dipartimento di prevenzione dell’Asp di Vibo Valentia avrebbe fornito «un concreto, specifico e consapevole contributo» alle cosche mettendosi «a diposizione delle locali di Limbadi e San Gregorio d’Ippona e delle ulteriori articolazioni a queste collegate e, quindi, rispettivamente delle cosche Mancuso e Fiarè».

Il medico Pasqua, nello specifico secondo la Dda di Catanzaro, avrebbe «asservito, mediante abuso e mercimonio della funzione pubblica ricoperta, la suddetta struttura alle esigenze dell’organizzazione, consentendo alla criminalità organizzata vibonese di infiltrarsi negli affari di proprio interesse, intervenendo a favore del sodalizio in occasione di problematiche burocratiche sorte nell’ambito di procedure amministrative di competenza dell’Asp, ovvero di controlli e/o sequestri amministrativi posti in essere nei confronti di imprese di interesse delle cosche, in modo da favorire il complessivo sodalizio».

Leggi anche

Un atteggiamento, secondo gli inquirenti, volto per esempio «allo specifico settore della gestione del ristoro ospedaliero per i nosocomi di Vibo Valentia, Tropea, Serra San bruno, nel cui ambito Pasqua riconosceva il ruolo di Gregorio Costarella, adeguando la propria azione amministrativa agli equilibri mafiosi da quest’ultimo garantiti, anche ostacolando imprenditori del settore non riconducibili al sistema spartitorio realizzato da Costarella, ovvero al contrario, agevolando quegli imprenditori che godevano del suo benestare».

Il caso richiamato nei documenti d’indagine dagli inquirenti è quello in cui il medico avrebbe favorito «illecitamente l’affidamento del servizio mensa ospedaliera dei nosocomi ricadenti nella competenza dell’Asp di Vibo Valentia all’azienda dell’imprenditore Domenico Colloca, quest’ultimo associato alla ‘ndrina di Paravati e a disposizione del capo ‘ndrina Michele Galati, a seguito della interlocuzione con Coscarella che si determinava in tal senso. Tutto ciò ottenendo in cambio protezione mafiosa per la risoluzione di problemi e, in occasione delle competizioni elettorali che vedevano candidato il figlio Pasqua Vincenzo, l’appoggio elettorale (nel 2017) a favore di questi delle cosche di ‘ndrangheta da lui agevolate».

Leggi anche

Appoggio in ambito elettorale che Cesare Pasqua avrebbe continua ad ottenere, per suo figlio, anche in occasione delle elezioni regionali del 2020. «In occasione della campagna elettorale per il rinnova del Consiglio regionale – scrivono i magistrati – Domenico Colloca quale appartenente alla ‘ndrangheta…in concorso con Clemente Mazzeo e Gregorio Costarella…prometteva a Cesare Pasqua, al momento del fatto capo dipartimento di prevenzione dell’Asp di Vibo Valentia (che accettava la promessa) di procurare almeno 500 voti in favore del figlio Vincenzo Pasqua, candidato nella lista “Jole Santelli Presidente” a sostegno di Jole Santelli alla carica di presidente della Regione Calabria, in cambio dell’asservimento da parte di Pasqua delle prerogative proprie dell’incarico dirigenziale da lui rivestito nell’ambito dell’Asp agli interessi» delle due cosche mafiose». Nello specifico, Pasqua si sarebbe intervenuto «per favorire l’espansione imprenditoriale della società Arte del catering (di cui Colloca risulta essere titolare occulto) nell’ambito del settore assai remunerativo delle mese ospedaliere attraverso la garanzia, tra le altre cose, dell’immunità dei controlli igienico-sanitari nei confronti della predetta azienda e del contestuale mantenimento delle chiusure già disposte nei riguardi dei centri di cottura della società Dussman, titolare del contratto di appalto».  

I presunti illeciti di Cesare Pasqua, però, non sarebbero finiti qui. In altri casi, anche se non in combutta con le cosche, il medico avrebbe approfittato della sua posizione all’interno dell’Asp di Vibo Valentia per fare assumere sua nuora.

«Cesare Pasqua – si legge nel fermo emesso dalla procura antimafia - quale direttore del reparto di medicina del lavoro dell’Asp di Vibo Valentia e presidente del Comitato consultivo nazionale dei medici specialisti ambulatoriali (tra le cui attribuzioni, vi era quella di gestire tutte le nomine di medicina specialistica asseritamente necessarie al fine di garantire una migliore efficienza del servizio), in spregio alle regole di condotta espressamente previste dalle disciplina di settore con riguardo alla qualifica verticistica rivestita all’interno dell’amministrazione di appartenenza, nonché omettendo di astenersi in presenza di un interesse diretto della propria nuora Serena Velocci, dapprima simulando e poi dissimulando la sussistenza di un interesse pubblico al reclutamento di una unità di lavoro presso il reparto di medicina del lavoro, avrebbe agito per fare assumere» il 23 settembre 2014, la nuora.