Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Non c’è pace per la cultura a Vibo Valentia. Tutto ciò che si fa a tutela del patrimonio artistico-storico e archeologico cittadino, sembra non incontrare i favori di chi, gravato da seri ed evidenti limiti culturali e relazionali, “pensa bene” di sfogare i suoi istinti più reconditi accanendosi con cieca furia contro i beni della collettività.
Come nel caso delle nuove tensostrutture realizzate nel sito archeologico di località "Còfino" a Vibo Valentia, a copertura dello scavo di notevole interesse storico-artistico avviato sul sito dell’antico Tempio di Persefone, nell’ambito della campagna di valorizzazione del Parco archeologico di Vibo Valentia, resa possibile da finanziamenti comunitari, che ricomprende altresì i mosaici di via S. Aloe, il Tempio di Demetra all’interno del Parco delle Rimembranze e il Castello di Bivona.
Tensostrutture che mani ignote hanno gravemente danneggiato accanendosi sui teli di copertura con un oggetto tagliente, probabilmente con un coltello, e assestando tagli netti che ne hanno irrimediabilmente compromesso la funzionalità. Altre strutture simili nelle vicinanze dell’area del grande tempio, situato nei pressi del cimitero di Vibo, sono state invece risparmiate. Sconcerto e rabbia tra gli addetti ai lavori che hanno fatto l’amara scoperta questa mattina al momento dell’ingresso nell’area di scavo e hanno immediatamente denunciato il fatto alle forze dell’ordine.
«I lavori, ripresi ad ottobre, si sarebbero conclusi tra tre giorni - ha riferito l’archeologa Maria D’Andrea - e fa veramente rabbia, dopo i notevoli sacrifici fatti in questi mesi di scavi, dover constatare quanto avvenuto e come qualcuno possa accanirsi a questo modo contro i beni della collettività, con un atto che sembra pianificato con lucidità».