E' una ferita aperta, è una morte che ha lasciato il segno quella di Nicola Calipari, l'agente del Servizio informazioni e  sicurezza militare, nato a Reggio Calabrua nel 1953 e ucciso in Iraq nel 2005, nella fasi successive alla liberazione della giornalista Giuliana Sgrena. E' stato il giudice Erminio Amelio, che ha curato l'istruttoria sulla morte di Calipari, a ricordare l'azione di un "uomo giusto ma dimenticato" in occasione della intitolazione allo stesso di una via di Pentone, nella presila catanzarese. Un atto dovuto che, come ha sottolineato il sindaco Michele Merante, si inserisce in un percorso volto all'affermazione del principio di legalità.