È accusato di maltrattamenti, violenza sessuale aggravata, lesioni e interferenze illecite nella vita privata. Nella chiusura indagini disposta dalla Procura di Paola, emerge il quadro tragico di una famiglia sottoposta alle angherie di un padre-marito-padrone di 42 anni, di origini rumene, T.M.C, il cui nome non viene esteso per proteggere l’identità dei figli minori.

L’uomo, attualmente detenuto per tali maltrattamenti, avrebbe sottoposto la moglie e i ragazzi – oggi difesi dall’avvocato Domenico Villella – a offese quotidiane: «Sei una p*****a, non servi a nulla. Non comprendo il motivo per cui vivi, sei inutile; è meglio che muori, così posso portarmi a casa un’altra donna». E ai piccoli: «Siete zecche, non siete figli miei, non servite a un c***o; non siete degni di stare a casa».

Cellulari sotto controllo e telecamere per controllare la moglie

I cellulari di tutti erano sotto controllo e, in particolare, l’uomo – scrive il sostituto procuratore Vincenzo Scardi – aveva installato delle telecamere in casa per controllare il comportamento della moglie che non aveva permesso di lavorare o di mantenere qualunque forma di vita sociale. Così come i figli non potevano portare amici a casa.

La violenza sessuale

Davanti ai minori, il padre minacciava la madre che se non avesse avuti rapporti sessuali con lui non le avrebbe dato i soldi per fare la spesa.
Il 42enne è anche accusato di violenza sessuale aggravata per avere costretto la moglie, con cadenza quotidiana, ad avere rapporti con lui non pago di darle schiaffi, tirarla per i capelli.

Nel 2022, con un pugno in faccia, le avrebbe fatto cadere due denti.
Dal 15 al 17 luglio scorsi, in Romania, ha lasciato la donna per strada senza cibo né soldi e si è allontanato. In questo arco di tempo aveva preso l’abitudine di uscire di casa presto – è l’accusa – e farvi rientro alle 23 lasciando la famiglia senza denaro, portando loro solo latte e uova.

L’uomo, assistito dagli avvocati Yvonne Posteraro e Marco Azzarito Cannella, è accusato di maltrattamenti, violenza sessuale aggravata, lesioni e interferenze illecite nella vita privata. L’indagato ha ora 20 giorni di tempo per presentare memorie difensive o essere ascoltato dai magistrati.