Il 14 ottobre 1996 non è una data qualunque per la città di Crotone. E' un giorno marchiato tristemente a fuoco sulla pelle dei cittadini, un giorno che ha visto celebrarsi una tragedia immane e che riecheggia ogni anno. Il 14 ottobre 1996 è il giorno dell'alluvione. Era un lunedì, di acqua ne era già caduta, ma mai nessuno avrebbe immaginato cosa sarebbe successo in quelle ore, quando caddero 200 millilitri d'acqua. Il fiume Esaro non resse, e si riversò per la città: un enorme massa d'acqua, fango e detriti iniziò a estendersi colpendo dapprima i quartieri vicino al letto. A Fondo Gesù le case furono sommerse, la furia dell'acqua distrusse le cantine, le automobili furono trascinate, e il ponte all'ingresso nord della città cadde travolto dalla furia. Le strade divennero subito inagibili, alunni e docenti delle scuole dovettero raggiungere i piani alti o rifugiarsi sulle colline per evitare di essere di essere coinvolti.

Crotone in ginocchio per il maltempo

La città era stata letteralmente messa in ginocchio: nelle abitazioni non c'era né acqua e né luce, saliva il numero dei senzatetto, e purtroppo anche quello delle vittime. Paolo Pupa, Angela Trovato, Luca Buscema, Luca Tavano, Bruno Commisso e Michela Cicchetto – con il corpo di quest'ultima mai ritrovato – sono i nomi impressi nella mente dei crotonesi. Tutti vollero partecipare alle operazioni di soccorso insieme alle forze dell'ordine e all'Esercito. Tutti si sporcarono di fango per cercare di salvare il salvabile, nonostante tutto intorno fosse quasi distrutto: uno scenario agghiacciante.

Ricordo sempre vivo

Sono passati 22 anni da quella tragedia e il ricordo è sempre vivo. Le piogge di dieci giorni fa hanno fatto rivivere alcune scene di quel film tragico, anche se, grazie al lavoro di prevenzione e all'unità di crisi, non vi è stata un'altra proiezione. La paura rimane sempre, e le preghiere che non accada mai più un altro 14 ottobre 1996 sono sempre presenti. Anche Crotone ha visto la morte in faccia in quel diluvio che ha portato distruzione, e non vuole rivederla mai più.