Un mistero lungo venti anni esatti. Venti anni di buio, di detti e non detti, mentre una famiglia piangeva un marito e un figlio, un corpo su cui piangere prima, le motivazioni di una tragica perdita dopo. Tutti a Lamezia conoscono chi fosse Gennaro Ventura, il fotografo lametino scomparso nel 1996 in circostanze chiarite solo ora, dopo due lunghe decadi. Uno studio fotografico conosciuto il suo, che ha chiuso l'attività solo da pochi anni.

 

Ora che si sa che il mandante fu Domenico Cannizzaro, mentre Gennaro Pulice l'esecutore materiale e, soprattutto, che Gennaro fu ucciso il giorno stesso della sua scomparsa, riecheggiano ancora tutte le puntate che il programma nazionale "Chi l'ha visto?" gli dedicò negli anni.

 

Una ricerca quella di RaiTre che si arenò nel 2008 quando in un casolare di campagna vennero ritrovati i suoi resti sul fondo di una vasca utilizzata per la fermentazione del mosto del vino. Una scoperta del tutto casuale. Una donna aveva deciso di comprare l'immobile, ma aveva chiesto prima che venisse esaminato ciò che ne restava e il terreno. Fu così che vennero ritrovate delle ossa affiancate da alcuni oggetti, tra cui una macchina fotografica, una borsa da fotografo e una fede d'oro con l'incisione del nome della moglie. Le indagini portarono poi a risalire al fatto che Ventura era stato ucciso da un colpo di pistola alla testa.

 

Il padre di Gennaro Ventura è sempre stato convinto che il movente del suo omicidio andasse ricercato in qualche episodio accaduto quando ancora prestava servizio nei Carabinieri. E così poi si è verificato essere. Una testimonianza resa dal fotografo aveva, infatti, portato in carcere Raffaele Rao, cugino di Domenico Cannizzaro, che durante la detenzione si ammalò gravemente.

 

I Cannizzaro decisero di vendicarlo. Ventura venne attirato con la scusa di un servizio fotografico che aveva scrupolosamente annotato sulla sua agenda. Particolare questo, che lo stesso Pulice, ora pentito, ed esecutore del delitto, ammise di non avere previsto.

 

Inghiottito dal nulla per quasi venti anni, Ventura ha avuto ora giustizia. Ma tanti sono ancora gli scomparsi che attendono di avere una degna sepoltura.

 

Tiziana Bagnato