Nell’ambito di un’articolata attività di indagine delegata dalla Procura di Vibo Valentia in materia di tutela dell’ambiente e salvaguardia della salute pubblica, è stato il personale del Nucleo operativo di polizia ambientale della Capitaneria di porto – Guardia costiera di Vibo Valentia a procedere al sequestro preventivo penale del «deposito costiero di prodotti petroliferi ubicato in ambito portuale, per una superficie totale di circa 26.700 metri quadrati». Si tratta, come anticipato, della Meridionale Petroli di Vibo Marina.

Con un comunicato gli uomini della Capitaneria spiegano che alla società, la cui attività prevalente consiste nello stoccaggio e movimentazione di prodotti petroliferi liquidi finiti, è stata contestata «la violazione dell’art. 137 comma 5 del D.Lgs n. 152 del 03/04/2006, poiché immetteva uno scarico di acque reflue industriali in condotta fognaria, superando i valori limite fissati dal Testo Unico Ambientale per taluni parametri, tra cui azoto nitroso, tensioattivi totali, ferro ed idrocarburi totali». L’azienda avrebbe inoltre esercitato la propria attività produttiva sprovvista dell’autorizzazione alle emissioni in atmosfera.

Peraltro, nell’ambito della stessa attività investigativa, al fine di compiere una verifica sulle emissioni in atmosfera prodotte dagli impianti in uso presso il deposito costiero, è stato effettuato un monitoraggio sulla qualità dell’aria con l’ausilio tecnico dell’Arpacal del dipartimento di Vibo Valentia: all’esito sono stati constatati valori anomali di benzene in atmosfera, costituendo ciò un potenziale pericolo per la salute dei lavoratori del sito produttivo.

Infine, spiegano ancora dalla Capitaneria, «considerata la capienza totale dei serbatoi adibiti allo stoccaggio di prodotto petrolifero, si appurava che il medesimo stabilimento esercitava l’attività d’impresa in assenza delle preliminari verifiche di assoggettabilità dei progetti degli impianti alla valutazione di impatto ambientale dell’Autorità Competente. Per tale violazione veniva elevato dai militari della Guardia Costiera un verbale di accertamento la cui irrogazione della sanzione amministrativa (che può variare da 35.000 (trentacinquemila) sino a 100.000 (centomila) euro) è di competenza della Regione Calabria, ai sensi dell’art. 29 del Testo Unico Ambientale».

Le attività di indagine della Capitaneria di porto proseguiranno, sotto il coordinamento della Procura di Vibo Valentia e di concerto con Arpacal e Asp, al fine di «accertare e reprimere ulteriori eventuali violazioni sulla normativa ambientale e relative alla sicurezza sui luoghi di lavoro».