Dopo le recentissime denunce, anche da parte di un organismo a difesa dei consumatori quale il Codacons, il caos vaccini assume un carattere di insopportabilità, ancora più intollerabile se la logica è quella dei due pesi e delle due misure. E già, perché la differenza tra il vivere e il morire con una pandemia in corso può annidarsi nei dettagli. 

Ma, al di là di questo che è l'effetto esiziale e irrimediabile a cui si può andare incontro in caso di infezione da Covid, non vanno dimenticati altri aspetti essenziali come la necessità di restituire a una qualunque persona anziana, però ancora molto attiva, di lasciare la propria abitazione - seppur per effettuare gli spostamenti consentiti - in piena sicurezza. Fin qui le considerazioni di carattere generale a cui si aggiunge la scarsità di dosi da somministrare, problema quest'ultimo che si registra un po' ovunque e quindi come ovvio anche in una delle regioni più virtuose in assoluto quale il Lazio, non solo in Calabria. 

A prescindere da ciò, è comunque incredibile la storia di cui siamo venuti a conoscenza. Una come tante, verrebbe però sarcasticamente da esclamare, in cui la disparità di trattamento e il consueto andazzo dei favoritismi all'italiana - anzi, nel caso di specie alla calabrese - viene declinato nella sua quintessenza. 

La situazione riferita è inaccettabile, lo ribadiamo a chiare note, riguardando l'ex operatrice sanitaria ormai da tempo in pensione chiamata da un'amica e collega ancora in servizio per vaccinarsi 'aumm aumm' senza avere i noti requisiti per passare dalla corsia preferenziale. A cominciare dall'età, essendo 'appena' ultrasessantenne. Circostanza che la diretta interessata ha messo in risalto quasi compiaciuta. Ma tant'è. Non è a caso, infatti, che si suole dire: "Così fan tutti". Se e quando possono, aggiungiamo noi sconsolati. Considerato come in quei tutti sembra proprio siano stavolta rientrati la moglie del medico e il marito della professoressa.

A fronte di uno scenario simile, peccato che si debba viceversa constatare la condizione di chi purtroppo - pur rientrante nella fascia d'età compresa fra i 75 e gli 80 anni e soprattutto affetto da varie patologie, anche abbastanza gravi, tanto da essere dichiarato 'soggetto fragile' tramite certificazione rilasciata dal medico curante - resta ancora tra color che son sospesi, aspettando Godot. Eppure il suo diritto alla somministrazione in base a tale indicazione dello stesso servizio nazionale di prenotazione - a cui come risaputo si accede in forma telematica - è stato sancito già il 21 marzo scorso che ha giustamente inserito tale categoria di donne e uomini nella lista degli individui ad alto rischio per così dire da aggiungere agli over 80.

Un episodio, uno dei 'millemila' oltretutto come premesso, che arriva tuttavia a toccare i limiti del grottesco quand'è lo stesso medico di base del malcapitato signore non immunizzato, malgrado le reiterate e motivate richieste dei familiari, a suggerire ai preoccupati congiunti di attaccarsi al sito internet rcovid.it appunto per sfruttare l'opzione delle cosiddette categorie fragili allo scopo di pescare il 'biglietto vincente' con su scritto: "Complimenti, hai vinto, vai a vaccinarti". Uno sconcio senza fine!