Meglio dirlo subito, a scanso di equivoci: quello prodotto da AstraZeneca è un vaccino sicuro ed efficace, e chi ha la possibilità di farlo non dovrebbe cedere a timori infondati rinunciando a immunizzarsi con questo farmaco.
Una premessa d’obbligo in questa storia, che vede invece la Regione Calabria fare di tutto per insinuare il dubbio che esistano vaccini di serie A e di serie B, dove in massima divisione gioca il Ronaldo di tutti i sieri, quello statunitense della Pfizer.

Minata la fiducia in AstraZeneca

Il colpo più forte alla credibilità degli altri farmaci, a cominciare dall’ingiustamente bistrattato AstraZeneca, l’ha data la decisione di vaccinare tutti i dipendenti della Cittadella che lo volessero con un unico vaccino, Pfizer appunto.
Il 25 maggio scorso, un trionfate presidente facente funzioni, Nino Spirlì, ha annunciato “missione compiuta” dopo sette giorni di iniezioni effettuate nel punto vaccinale allestito per l’occasione nella mega sede dell’Ente, a Germaneto: «La Regione Calabria è la prima pubblica amministrazione italiana ad aver vaccinato i propri dipendenti. Si è conclusa la campagna che ha coinvolto 688 lavoratori, le cui adesioni sono state su base volontaria».

Pfizer per pochi 

Nessun accenno nella nota stampa di Spirlì al tipo di vaccino usato. Un silenzio colpevole, visto che LaC News24, il 20 maggio, dunque a due giorni dall’inizio delle inoculazioni, aveva rivelato che i lavoratori regionali venivano immunizzati esclusivamente con Pfizer, a prescindere dalle fasce d’eta.
Al contrario, in tutti gli altri centri vaccinali della Calabria, il siero a stelle e strisce veniva e viene ancora centellinato come aceto balsamico stravecchio, riservandolo quasi esclusivamente agli over 60, ai soggetti fragili e a chi, in generale, viene considerato più a rischio per patologie pregresse. Insomma, se hai meno di 60 anni e non sei afflitto da malanni cronici, Pfizer te lo puoi scordare.

La raccomandazione del Cts

A meno che tu non sia un dipendente regionale, per i quali è stata seguita alla lettera la direttiva nazionale, quella contenuta nella circolare del ministero della Salute numero 14358 del 7 aprile 2021, la quale riporta il parere del Comitato tecnico scientifico, che - dopo aver rimarcato l’efficacia di Vaxzevria (il nome del farmaco AstraZeneca) -, ne raccomanda “un suo uso preferenziale nelle persone di età superiore ai 60 anni”. Il motivo, com’è noto, è in rari eventi trombotici, un rischio già bassissimo che si affievolisce ulteriormente “al crescere dell’età” e praticamente si annulla negli over 60, spiega il Cts.

«Nessuno si sarebbe assunto la responsabilità»

Si badi bene, si tratta di una “raccomandazione” non di un’imposizione di legge. Dunque non c’è nulla di illegale nel somministrare AstraZeneca fuori da questo range anagrafico.
Alla Cittadella, quindi, hanno deciso di essere particolarmente pedanti nel seguire la direttiva nazionale. «Nessuno si sarebbe assunto la responsabilità di contraddire il consiglio del Cts - conferma il dirigente Salvatore Lopresti, Datore di lavoro della Regione Calabria -, personalmente non avrei firmato alcun atto che prevedesse la somministrazione di un farmaco diverso da Pfizer, perché la circolare ministeriale è chiara».

Calabria caso unico in Italia

Dunque Pfizer per tutti, a patto di lavorare in Regione. Per gli altri calabresi, invece, AstraZeneca o (quasi) niente. Una situazione che fa della Calabria un caso unico in Italia. In Lombardia, ad esempio, AstraZeneca e Johnson & Johnson sono somministrabili solo agli over 60 senza alcuna patologia, in linea con le indicazioni del ministero.
In Calabria, invece, come LaC News24 ha già spiegato, chi ha meno di 60 anni e rifiuta il farmaco britannico dovrà aspettare di essere richiamato, chissà quando.

Come il Marchese del Grillo

Dunque, non si comprende (si fa per dire) questo doppio binario: prudenti fino alla paranoia per i dipendenti regionali e molto “easy” per chi invece non ha la fortuna di lavorare all’ombra del Palazzo. Un atteggiamento alla Marchese del Grillo (“Io so’ io e voi non siete un c...”) che alimenta non solo la diffidenza verso chi ci governa ma anche - e questa è la cosa peggiore - nei vaccini, che subiscono discredito di riflesso.
Se AstraZeneca non va bene per i dipendenti regionali, perché dovrebbe andare bene per me? Questo è l’inevitabile ragionamento che finisce per gettare ombre su un farmaco che forse ha già salvato milioni di vite e meriterebbe maggior rispetto. Come i calabresi.

degirolamo@lactv.it