VIDEO | Mondo dell’istruzione in subbuglio dopo la fuga in avanti del presidente della Regione poi costretto ad aggiustare il tiro. Scorte insufficienti per l’immunizzazione contestuale del personale scolastico e degli anziani. Intanto il commissario Longo ed i medici di base preparano il V-day per gli over 80
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Le parole hanno un peso. Tanto più se pronunciate pubblicamente dalla massima carica istituzionale di una regione. Ed hanno delle conseguenze. Come quelle cagionate dall'annuncio Urbi et Orbi, da parte di Nino Spirlì, sulla chiusura delle scuole «da lunedì o al massimo da mercoledì prossimo» per consentire la vaccinazione al personale docente e non docente.
Parole, parole, parole
Solo un annuncio, quindi. Perché non esiste uno straccio di linea guida, nessuno sa quando, dove e come potrà essere sottoposto al vaccino, né quale tipo, se Pfizer, Moderna o Astrazeneca, gli sarà somministrato. E neanche se in questo momento in Calabria c'è un numero di dosi sufficienti per avviare e completare il trattamento. In compenso il centralino della Cot, la Centrale Operativa Territoriale di Cosenza, è stato preso d'assalto dalle chiamate di insegnanti e collaboratori scolastici, ansiosi di prenotarsi per un servizio che ancora non c'è. I sindacati nel frattempo, sono scesi sul piede di guerra.
I conti non tornano
Il sogno di Spirlì, costretto poi a compiere un passo indietro, era quella di procedere alla vaccinazione, in appena due settimane, dei circa 59mila operatori della scuola, numero fornito dallo stesso presidente. Si tratta di quindicimila unità in più del totale delle persone sottoposte al trattamento da quando sono iniziate le somministrazioni per le quali servirebbero quasi centoventimila dosi, considerato anche il richiamo. Mentre al momento, i dati sono quelli ufficiali della piattaforma ministeriale, in Calabria ne sono disponibili meno di quarantamila, di cui dodicimila già impegnati per inoculare la seconda dose a coloro che hanno già ricevuto la prima. Tutto questo da realizzarsi contestualmente alla campagna di vaccinazione degli ottuagenari, ben 130 mila persone. Un sogno, appunto.
Il V-day over 80
Per fortuna, per gli anziani la macchina organizzativa è già in moto grazie al proficuo dialogo esistente tra la struttura commissariale ed i medici di base. L'ultimo confronto si è avuto nel primo pomeriggio di oggi a Catanzaro, dove Guido Longo si è confrontato con Rosalbino Cerra. L'idea è quella di dar vita ad una sorta di V-day per gli over 80, ovvero di individuare una data simbolo per dare il via contemporaneamente nelle cinque province, alle procedure di vaccinazione. Doveva essere sabato 20 febbraio, ma ci sono aspetti tecnici ancora da definire, per cui servirà un'altra settimana.
Quasi tutto pronto
In sintesi, saranno gli stessi medici di famiglia, sulla base di un accordo sottoscritto con la Protezione Civile, a somministrare le dosi ai propri pazienti ottuagenari nei punti individuati sul territorio dalle Asp, con la collaborazione dei comuni. Nella sola città di Cosenza sono previsti quattro punti vaccinali. Per la Presila è in allestimento un idoneo locale adiacente la sede del Poliambulatorio di Spezzano, a Rende un punto vaccini dovrebbe sorgere nel Campus Universitario.
Le difficoltà della logistica
Nelle prossime ventiquattr'ore si troverà un'intesa sulle modalità di convocazione degli anziani: dovrebbero occuparsene i medici di famiglia. Dovrebbe poi entrare in funzione il sistema di prenotazione automatica di Poste Italiane. Bisogna poi gestire la logistica per la ripartizione delle dosi, considerando le differenti modalità di conservazione dei prodotti Pfizer e Moderna.
Forze dell'ordine ed insegnanti
Una volta messo a punto questo meccanismo e delegata l'attività di vaccinazione ai medici di base, il personale Asp sarà sgravato da questo compito e potrà dedicarsi a vaccinare le forze dell'ordine e il personale scolastico, nei tempi e nei modi che saranno dettati dalle istituzioni competenti.