I commissari straordinari delle aziende sanitarie e ospedaliere calabresi sono stati convocati nel pomeriggio di ieri, da chi però non è facile a dirsi. La nota che annunciava, infatti, la riunione per fare il punto sulla campagna vaccinale è giunta alle direzione delle aziende con in calce la firma del commissario ad acta, Guido Longo ma da lì a poco la Regione diffondeva una nota con cui si intestava la paternità dell’invito.

Le deleghe contese

E nei fatti in un primo tempo la riunione avrebbe dovuto tenersi al terzo piano della Cittadella, dove ha sede la struttura commissariale che è anche indiscussa titolare delle deleghe sull'attuazione del piano vaccinale. «Il soggetto attuatore sono io per quanto riguarda l'esecuzione dei piani covid e del piano vaccinale», ha confermato il commissario ad acta, Guido Longo, prima di prendere parte alla riunione che poi intempestivamente si è, invece, tenuta al decimo piano, sede della presidenza della giunta.

Spirlì mostra i muscoli

Nino Spirlì mostra i muscoli e silenzia così il commissario ad acta giunto in Calabria sull'onda di un decreto che gli conferisce poteri quasi illimitati e con in tasca il mandato di esautorare la Regione nella gestione della sanità. «A mezzogiorno sono stati convocati tutti i commissari delle Asp e delle aziende ospedaliere - ha dichiarato in mattinata il presidente ff - proprio perchè voglio capire cosa è successo azienda per azienda, qual è stato il problema che ha rallentato questo ciclo di vaccinazione che, in realtà, non avrebbe mai dovuto patire questi ritardi».

Gravi ritardi

E in parte lo si può leggere nel comunicato stampa diramato al termine della riunione in cui si ammette che più di un problema nei fatti esiste. «Evidenziata una carenza nel funzionamento dei 78 punti di somministrazione presenti sul territorio regionale» così viene liquidata la questione all'origine degli enormi ritardi accumulati dalla Calabria nella somministrazione dei vaccini che fin dall'inizio della campagna l'hanno inchiodata al fondo della classifica nazionale. 

80mila vaccini nei frigoriferi

È passando al setaccio l'attività svolta da ciascuna azienda che è saltata fuori la presenza di circa 80mila vaccini, ancora ferma nei frighi aziendali pronta per essere somministrata. Una cifra nettamente al di sopra di qualsiasi scorta che in via cautelativa le aziende avrebbero pur potuto conservare e che restituisce, invece, la fotografia di una regione con il freno a mano ancora tirato sul versante organizzativo. 

Organizzazione a macchia di leopardo

«Abbiamo messo in atto un piano suppletivo - ha confermato il presidente Spirlì al termine della riunione -. Saranno aperti oltre ai 78 punti vaccinali già presenti, altri 32 rafforzando il personale e cosentendo così alle categorie autorizzate alla vaccinazione di poterne usufruire». Distribuzione e somministrazione ancora a macchia di leopardo. Un caso su tutti è rappresentato dall'azienda sanitaria provinciale di Cosenza, senza più disponibilità di fiale da somministrare alle categorie target che ne riceverà in dote a breve circa mille dall'azienda universitaria Mater Domini di Catanzaro.