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Ci sono altre indagini in corso per accertare se vi siano altre vittime del giro usuraio messo in piedi dai due cugini arrestati dai carabinieri di Rende. Lo conferma il procuratore capo di Cosenza Mario Spagnuolo: «Abbiamo la percezione che nell’area urbana vi sia un mercato parallelo di alimentazione del credito operante in maniera cospicua e del tutto illegale.
Per questo sul fronte dell’usura siamo impegnati in diverse inchieste. Questa è una delle tante portata avanti e che ha avuto un primo step positivo con il riconoscimento del Gip rispetto alla validità dell’impianto accusatorio, tanto di ritenere opportuna l’emissione di provvedimenti restrittivi.
Il reato di usura è tra quelli più odiosi e, purtroppo, di difficile individuazione. Necessita della collaborazione della parte offesa. Abbiamo avviato anche una serie di contatti con organi istituzionali, con la chiesa e con le associazioni antiusura del territorio, per cercare di favorire la denuncia da parte delle vittime».
Salvatore Bruno