Il pentito Antonio Femia è credibile. A stabilirlo è stato il Gup di Reggio Calabria Mariarosaria Savaglio che, pur condannandolo ad una pena di 2 anni e 4 mesi nel troncone abbreviato del processo “Typografic”, ha riconosciuto per lui l’attenuante della collaborazione. In totale le condanne sono nove, con quattro assoluzioni. La pena più alta è stata inflitta a Nicola Prota (5 anni), mentre sono stati assolti perché il fatto non sussiste Rocco Attachi, Caterina Cherubino, Nicola Schirripa e Giuliana Zavaglia.

 

L’indagine prende le mosse dalla denuncia di un imprenditore operante nel settore tipografico, ora residente unitamente al suo nucleo familiare in località protetta, il quale ha delineato una complessa attività di usura posta in essere ai suoi danni da soggetti contigui alle cosche di ‘ndrangheta del luogo.  Una vita infernale per il commerciante della Locride, che, con la sua denuncia ha però permesso a Guardia di Finanza e Carabinieri di arrestare i suoi presunti taglieggiatori. Le successive indagini hanno permesso inoltre, di ricostruire la struttura della locale della ‘ndrangheta di Gioiosa Ionica e individuare un consistente giro di usura ai danni di oltre 50 soggetti.

Di seguito l’elenco delle condanne in abbreviato:

Nicola Agostino (1 anno e 4 mesi)
Salvatore Agostino (3 anni e 4 mesi)
Domenico Calautti (1 anno e 4 mesi)
Francesco Caruso (1 anno e 4 mesi con pena sospesa)
Antonio Femia (2 anni e 4 mesi)
Antonio Salvatore Malfone (4 anni e 6 mesi)
Roberto Prologo (3 anni e 4 mesi)
Nicola Prota (5 anni)
Rocco Prota (3 anni e 6 mesi)

Rocco Attachi (assolto)
Caterina Cherubino (assolto)
Nicola Schirripa (assolto)
Giuliana Zavaglia (assolto)