VIDEO| Avrebbero imposto tassi usurai alla vittima che si era rivolta loro per un prestito al fine di pagare cure mediche di familiari. Secondo gli investigatori, la vicenda è da inquadrare in ambito ‘ndranghetista
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Tre persone sono state raggiunte da ordinanza di custodia cautelare perché ritenuti responsabili dei reati di usura ed estorsione commessi in danno di un commerciante di Cropani.
Si tratta di Vittorio e Tommaso Raso, di anni 36 e 22, per i quali è stata disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari, e di Luigi Raso, 61 enne, già detenuto per altra causa. I tre, di Isola Capo Rizzuto, sarebbero riconducibili a una famiglia gravitante nell’ambito delle cosche della stessa cittadina crotonese. Per tale motivi i fatti oggetto delle indagini sono stati inquadrati in un più ampio contesto di matrice ‘ndranghetista.
La denuncia della vittima e le indagini
L’ordinanza, emessa dal Gip di Catanzaro, su richiesta della locale Procura della Repubblica-Direzione Distrettuale Antimafia, nasce da una attività investigativa – condotta dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Sellia Marina e da quelli della stazione di Cropani — coordinata dai sostituti procuratori Paolo Sirleo e Domenico Guarascio e dal procuratore della Repubblica Nicola Gratteri.
Le indagini hanno avuto inizio a seguito della denuncia presentata nel novembre 2019, presso la stazione carabinieri di Cropani, dalla vittima, titolare di un esercizio commerciale, ed è stata sviluppata attraverso attività tecniche (intercettazioni telefoniche e analisi di dati), tradizionali (osservazioni, controlli e pedinamenti) e accertamenti documentali.
Il prestito a tassi usurai e le minacce
La vittima nel 2012, a fronte della necessità di sostenere varie spese, anche per le cure mediche di familiari, aveva fatto ricorso a canali abusivi di credito, ricevendo in prestito dagli usurari la somma originaria di € 4.000. L’applicazione di tassi usurai pari al 100% annuo ha fatto gonfiare la cifra del debito iniziale contratto, al punto che al commerciante è stata imposta la restituzione della somma complessiva di € 20.000. Ricorrenti pure le condotte estorsive messe in atto nei confronti della vittima, fatta oggetto di minacce di morte anche attraverso l’uso di una pistola nella disponibilità degli indagati.