Dalle prime ore di oggi investigatori del Centro Operativo di Roma della Direzione Investigativa Antimafia stanno eseguendo nella Capitale numerosi provvedimenti di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari nei confronti dei presunti componenti di una organizzazione criminale dedita stabilmente nel territorio capitolino alla commissione di delitti di usura e riciclaggio.


Le indagini sono partite da un pensionato, Antonio D’Angeli, che realizzava consistenti operazioni immobiliari. Tramite lui, gli investigatori sono arrivati a quello che considerano il capo dell’organizzazione, Benedetto Giovanni Stranieri, 53 anni, ex maresciallo dei carabinieri e oggi avvocato, legale del boss di 'ndrangheta Nicolino Grande Aracri.


Stranieri era già stato arrestato nel gennaio 2015 dalla Dia di Roma per concorso esterno in associazione mafiosa, su richiesta della Dda di Catanzaro nell’ambito dell’inchiesta “Aemilia”.


Nel suo studio, il legale incontrava quasi tutti i giorni D’Angeli e un suo socio, Roberto Castroni, dando indicazioni e ordini circa le modalità dell’attività di usura e concordando gli interventi nei confronti dei debitori insolventi. Come esattori l’organizzazione si avvaleva anche di personaggi di spessore criminale che attraverso minacce e atteggiamenti intimidatori riuscivano ad ottenere la restituzione del debito da parte dei più riottosi.