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Volano gli stracci all’Università della Calabria tra opposte formazioni studentesche dopo la decisione del rettore di bloccare le elezioni, già in calendario per il 16 e il 17 maggio. Nella non breve storia dell’ateneo, mai si era registrato un rinvio del voto. Fino all’insediamento di Gino Crisci, riuscito nell’impresa di sospenderne lo svolgimento per ben due volte.
Il precedente dell'autunno 2015
La prima nell’autunno del 2015. In quella circostanza a causare il congelamento del voto era stata l’ammissione nelle liste di alcuni studenti fuori corso. Oggi a far scattare lo stop della consultazione è il ricorso al Tar di una studentessa, esclusa dalla Commissione Elettorale Centrale dell’ateneo perché non in regola con i pagamenti delle rate dei contributi annuali. Si tratta di Antonella Massaro, candidata al senato accademico sotto il simbolo di UnIdea.
Contestata l'interpretazione del regolamento
Curioso che una studentessa non paghi le quote all’Unical ma abbia la disponibilità finanziaria per intraprendere la non economica strada del Tribunale Amministrativo, esponendosi anche al rischio di un esborso cospicuo per le spese legali, soprattutto nel caso di soccombenza. Il ricorso contesta l'interpretazione del regolamento in cui si legge che parla di ammissione alle candidature riservata agli studenti regolarmente iscritti. Secondo la ricorrente per essere regolarmente iscritti basta aver versato la tassa di iscrizione di 16,50 euro.
Posizioni contrapposte
La decisione assunta dal Magnifico ha suscitato un vespaio di polemiche, dando vigore a due fronti contrapposti. Il primo è rappresentato dalle liste Rinnovamento è Futuro e Athena. In un comunicato congiunto parlano di «Atto di una gravità inaudita degna di un tiranno. Le ragioni di una tale scellerata scelta – si legge nella nota - anche se apparentemente mascherate da logiche amministrative, sono di carattere prettamente politico e affondano le radici nel tempo». Secondo le due compagini la sospensione è determinata dalla scarsa consistenza dei candidati di UnIdea e dal concreto rischio di un esito del voto infausto per questo movimento definito da Rèf e Athena «subalterno alle logiche di potere» non avendo mai assunto «una posizione contraria al volere della governance, anche quando sono state compiute azioni palesemente contrastanti gli interessi degli studenti, come un significativo aumento delle tasse». Secondo Rèf e Athena «le argomentazioni, le modalità e i tempi usati per la sospensione di queste elezioni sono ridicoli e pretestuosi in quanto anche le pietre sanno che uno studente non in regola con il pagamento delle tasse non può compiere nessun atto di carriera. Inoltre – concludono - un rettore scevro da logiche politiche di parte, prima di qualsiasi azione in merito, avrebbe dovuto convocare in maniera tempestiva almeno il presidente del Consiglio degli Studenti, la Commissione Elettorale Centrale e i responsabili delle liste per valutare insieme a loro le possibili alternative come, ad esempio, il reintegro cautelativo della candidata alla competizione elettorale in attesa della decisione del TAR».
Una battaglia di democrazia
Secondo Sviluppo Universitario, una delle associazioni studentesche sostenitrici di UnIdea, il ricorso al Tar è un atto dovuto per la democrazia: «Non avevamo alcun timore ad andare alle urne - scrivono in un comunicato - In questi anni abbiamo lavorato senza sosta per gli studenti e non ci spaventava di certo il loro giudizio sulla nostra associazione e su tutto quello che abbiamo fatto nella rappresentanza studentesca. Allo stesso tempo, - continua la nota stampa a firma di Giulio Curcio Terremoto - siamo fermamente convinti che la nostra posizione rimanga nel giusto e continueremo a combattere fino all’ultimo grado di giudizio per avere giustizia, nonostante la sospensione delle elezioni universitarie, aspettando l’esito del ricorso al TAR che sicuramene ci darà ragione. Purtroppo, non ci meravigliamo delle ulteriori dichiarazioni apprese dalla stampa, si parla di “democrazia sospesa” e “abuso di potere”, ma a noi sinceramente risulta l’opposto, la democrazia è viva e vegeta in questa università, e forse questo dà molto fastidio a qualcuno che in passato era abituato a fregarsene dei regolamenti e che oggi vorrebbe due pesi e due misure».