«A due settimane dalla tragedia lascia perplessi la convocazione del Consiglio dei ministri a Cutro». È quanto afferma Manuelita Scigliano, presidente dell’associazione Sabir e portavoce del forum del terzo settore crotonese, che in questi giorni sta aiutando i superstiti e i familiari delle vittime della tragedia verificatasi a Cutro dove un barcone carico di migranti si è schiantato sulla spiaggia di Steccato a causa delle condizioni avverse del mare.

«La speranza è che smuova qualcosa come è successo quando è venuto il presidente Mattarella – continua -. C’era un’impasse anche nel sistema di accoglienza dei familiari che è stata superata il pomeriggio dopa la visita. Di fatto mi chiedo se verranno qui per dare cordoglio ai familiari se ci sarà un gesto di umanità rispetto ai superstiti o sarà solo una passerella politica».

Poi ha commentato le immagini pubblicate in un post Facebook da Alessandra Sciurba dell'hotspot (il CARA) dove sono stati ospitati i superstiti con letti improvvisati in pessime condizioni.

«Alcuni superstiti e familiari ci hanno informato che questa mattina sono stati trasferiti e che stanno trovando soluzioni alternative all’interno del CARA – ha detto Scigliano -. Come associazione non siamo autorizzati a entrare dentro il CARA, non avevamo visto con i nostri occhi queste situazioni. Qualcosa ci è stato riferito nel corso degli anni, alcune cose non sono novità degli ultimi giorni. Negli anni passati abbiamo condotto delle battaglie specifiche. Le immagini pubblicate fanno male sia a noi come operatori del sociale che come cittadini, perché non è lo Stato che ci rappresenta non è l’umanità che ci rappresenta».

Poi fa una sorta di report sulla situazione del rimpatrio delle salme: «Sono partite 4 salme verso il Pakistan. È intervenuta direttamente l’ambasciata pakistana, facendosi carico delle spese. Resta da chiarire, si spera nelle prossime ore, la questione legate alle salme che dovranno arrivare in Afghanistan. Credo che le autorità siano in attesa di una risposta dall’ambasciata, credo comunque che se ne parlerà nei prossimi giorni. Oggi ne verranno traferite altre due: la ragazza tunisina della quale anche in questo caso si è presa carico l’ambasciata, mentre l’altra sarà portata in Germania da un privato, un benefattore».

E alla domanda “che cosa chiedono i familiari?” ha risposto: «Chiedono velocità nel rimpatrio, sono stanchi».

E sul corpo del bambino recuperato proprio questa mattina dice: «Quando arrivano queste notizie al PalaMilone, tutti quelli che sono in attesa cominciano a preoccuparsi, a chiedere maggiori informazioni. Alcuni ci chiedono di accompagnarli direttamente lì in spiaggia. C’è un po’ di confusione».

«In questo momento è anche difficile dire di cosa l’associazione ha bisogno. Stiamo provvedendo per piccole necessità quotidiane – continua la presidente di “Sabir” -. A volte chiediamo di portare qualche cellulare, di facilitare l’attivazione di sim card perché in molti li stanno chiedendo. Per il resto chiediamo che a 10 giorni dalla tragedia si possa finalmente risolvere la questione dei rimpatri delle salme e auspichiamo che le persone giunte qui possano ritrovare i loro congiunti e che poi noi si dimentichi quello che è successo».

«Ci stiamo preparando per la mobilitazione di sabato, ma ci stiamo lavorando già da lunedì per fare in modo che queste tragedie non succedano più», ha concluso Scigliano.