Una lunga malattia che gli ha dapprima portato via la funzionalità del braccio e della gamba sinistra e, infine, il lavoro. E' un epilogo amaro, quello che ha avuto inizio per Cesare Votta nel giugno del 2014 con la certificazione della sclerosi multipla. Prima semplici tremori alla gamba fino alla diagnosi di una disabilità che lo ha portato fino a Brescia per potersi curare. Ed è nella città lombarda che si sta recando per l'ennesimo accertamento il 19 settembre scorso, quando si rende conto di non aver avuto ancora accreditato lo stipendio. «Quando ho chiamato in azienda mi hanno detto che ero stato licenziato dal 13 luglio» - racconta il 52enne catanzarese, ormai ex dipendente della Sieco, società che in città gestisce il servizio di raccolta differenziata. Da mesi gli era, infatti, stato impedito di rientrare al lavoro attraverso una lunga serie di sospensioni culminate con la definitiva rescissione del contratto. «Con la presente le comunichiamo il licenziamento per superamento del periodo di comporto» - si legge nella lettera che Cesare ha direttamente ritirato negli uffici della società pugliese per evitare che scadessero i termini per poterla impugnare: 922 giorni complessivi maturati dal 29 giugno 2015 al 29 giugno 2018 contro i 600 previsti per i lavoratori affetti da patologie.

 

«Mi avevano detto che avrebbero potuto cambiarmi mansione, facendomi svolgere la funzione di operatore ecologico ma io a stento mi reggo in piedi, ho difficoltà a camminare e perfino a farmi la barba - aggiunge Cesare -Non so cosa fare, già la malattia mi aveva dato la sensazione che la vita per me fosse finita, adesso il licenziamento. Mi sembra di essere entrato in un tunnel buio, dove non si vede mai la luce».

Luana Costa 

 

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