Breakfast, la frase sibillina del pm Lombardo durante la sua discussione in aula che fa presagire un supplemento d’indagine. Le richieste di condanna slitteranno alla prossima settimana
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«Siamo in presenza di un progetto criminale che in quella fase storica lega Scajola e Speziali». Non ha dubbi il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo nel corso della requisitoria del processo “Breakfast”. L’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola e l’imprenditore Vincenzo Speziali avrebbero partecipato al medesimo progetto criminale.
Il coinvolgimento nella vicenda Dell’Utri
A giudizio del pubblico ministero, vi sarebbe «un pieno coinvolgimento nella latitanza di Dell’Utri sia di Scajola che di Speziali. Tra i due un continuo scambio di notizie e informazioni». Riprendendo le parole dette nel corso della precedente udienza, Lombardo ha rimarcato come vi sia una «sovrapponibilità tra la vicenda di Matacena e quella del senatore Dell’Utri fuggito in Libano». Per Lombardo «Scajola era il promotore di una serie di iniziative. Quando hanno arrestato Dell’Utri, c’è stato un problema, ma lui aveva già la soluzione: trovare un lavoro ad Amedeo Matacena». Ebbene, secondo il pm, «l’unico a sapere i particolari sulla latitanza di Dell’Utri è Scajola, Speziali ne parlerà molto con lui perché Scajola era autorizzato a sapere».
Tuttavia, l’ex ministro era un po’ restio a fidarsi completamente di Speziali, tanto che questi lo rassicurava: «Ho fatto una cosa più difficile – riferendosi alla vicenda Dell’Utri – figuriamoci questa», riferendosi, secondo il pm, a Matacena. Poi l’affondo del pm che lascia aperto uno spiraglio d’inchiesta sul coinvolgimento pieno nella latitanza di Dell’Utri: «Noi non abbiamo le prove, non l’abbiamo scoperto, ma aggiungo che ancora non l’abbiamo scoperto». Ed è proprio quella parolina “ancora” a fare intendere che potrebbero esserci a breve nuovi sviluppi d’inchiesta in un filone che sembra non voler finire.
Le certezze del pm su Scajola
Il pm, dunque, dai progressivi delle intercettazioni raccolte ritiene sia possibile trarre quattro argomenti principali: «Il primo è la definitiva conferma dei collegamenti stabili fra Speziali e Scajola, anche riferibili al favoreggiamento di latitanti; fornire una definitiva conferma che anche Scajola era a conoscenza di dinamiche operative relative a Dell’Utri; far comprendere che lo spostamento di Matacena, al pari di Dell’Utri, risulta particolarmente complesso. Da ultimo che la gestione di Matacena in Libano non è un problema che riguarda il solo Speziali, ma una vicenda seguita da due persone: Scajola e Speziali.
Scajola il primo da chiamare
A giudizio del procuratore aggiunto, dunque, è necessario tornare al 28 agosto del 2013, a quando cioè si registra l’intervento della Polizia dell’Emirato di Dubai, con un’esecuzione di un fermo provvisorio di Amedeo Maracena. «Da quel che risulta a noi – rimarca Lombardo la prima persona a cui la Rizzo si rivolge è Scajola. Ciò che significa? Che lui è il primo soggetto a cui comunicare la problematica sorta negli Emirati Arabi uniti!».
La richiesta di condanna, secondo quanto è trapelato, slitterà alla prossima udienza.