Una tempesta social di insulti sgrammaticati si è abbattuta sul sindaco di Reggio, colpevole per molti studenti di non aver emanato prima l'ordinanza di chiusura delle scuole. Il primo cittadino ne ha approfittato per fare una lezione di educazione civica diretta ai suoi detrattori, invitando i ragazzi a studiare con più diligenza per evitare gli strafalcioni presenti nei messaggi
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Il sindaco reggino Giuseppe Falcomatà chiude le scuole e viene minacciato e inondato di offese su Facebook. Che il primo cittadino abbia ordinato solo stamani la chiusura delle scuole, per le preoccupanti condizioni metereologiche, è suscettibile sì di critiche, ma no sicuramente di insulti e messaggi intimidatori.
Eppure decine e decine di messaggi sono stati virtualmente recapitati alla casella di posta del suo profilo da parte di studenti svogliati e dalle scarse capacità linguistiche. C’è chi gli ha augurato la morte, attraverso un tumore, e chi lo ha minacciato di “farlo stuprare” se non provvedeva immediatamente a “decretare l’allerta meteo”, che in verità in molti scrivono, calpestando la lingua italiana, "all'erta".
Falcomatà ieri però non era obbligato ad ordinare la chiusura degli istituti ma, sicuramente per ragioni di opportunità avrebbe potuto. È intorno alle sette e trenta di stamani infatti, che il sindaco ha dato comunicazione di aver firmato l’ordinanza a causa del maltempo, peggiorato durante la notte e che ha portato l’avanzamento del livello di criticità da uno a tre.
Molti studenti e genitori quindi lo hanno appreso mentre si stavano dirigendo verso gli istituti oppure quando erano già giunti a scuola. In tarda mattinata, sempre sulla pagina Facebook, del primo cittadino appare un altro post in cui lo stesso comunica e fa direttamente vedere al popolo della rete una serie di messaggi di insulti e addirittura minacce.
«Cari ragazzi - scrive il sindaco - questi sono solo una parte dei gentili messaggi ricevuti per la situazione allerta meteo di queste ore. Qualcuno mi augura "cancro, tumore ed elseimer" messi insieme. Senza sapere, tra l'altro, che cancro e tumore sono di fatto la stessa cosa e che "elseimer" si scrive Alzheimer». In alcuni dei post resi noti da Falcomatà c’è chi gli comunica di fare il "pizzio" e altri di "menarlo con la sciunetta", termine dialettale che identifica una piccola ascia.
«Qualcun altro invece, in tutta onestà - continua il sindaco sulla propria bacheca - ha dichiarato che l'allerta va messa perché ha sonno o perché vuole giocare alla play. Qualcuno, infine, cultore della teoria della superiorità della razza, pretende di non essere trattato come un "nero". È evidente che questi vostri compagni- chiosa Falcomatà- avrebbero bisogno di non perderne neanche uno di giorni di scuola, anche perché credo che qualcuno di loro - come chi scrive "all'erta" o "la letta meteo" - in classe non ci sia mai entrato! Ma è evidente anche che abbiamo ancora molta strada da fare sul piano culturale, dell'educazione e del rispetto per le istituzioni».
Falcomatà, pur stigmatizzandone i gesti, trasforma questa occasione per una lezione di educazione civica rendendo note non solo le motivazioni che lo hanno portato a chiudere le scuole solo stamani ma, anche per far riflettere sul vero significato dell’allerta meteo, sottolineando il lavoro svolto durante la notte da parte dei vigili del fuoco, degli uomini della protezione civile, dai volontari e dai dipendenti comunali impegnati a monitorare torrenti e fiumare cittadine per un eventuale intervento.
«Dovremmo ringraziarli ogni giorno- tuona il primo cittadino. È in questi casi che il Sindaco chiude le scuole. Mi aiutate a farlo capire ai vostri compagni e magari anche ai vostri genitori?», conclude infine il sindaco. È proprio su questo ultimo passaggio che Falcomatà ha pienamente ragione. La cattiva educazione e il senso di impunità che trapelano dai tanti messaggi inviatigli se- dovessimo far riferimento alle tabelle della protezione civile- è di livello rosso. La massima in termini di danni e pericolo.
In nome della privacy il sindaco non ha diffuso le generalità di questi “leoni da tastiera” e se ci dovesse essere una vera punizione per i tanti ragazzi che hanno inviato offese e intimidazioni varie, una potrebbe essere il recupero di questa giornata, magari di pomeriggio. Così addio playstation e addio social, almeno per un giorno.