Dopo la visita di ieri del presidente della Commissione europea a Kiev, inizia il racconto del 45esimo giorno di guerra. «Qui comincia il cammino dell'Ucraina verso l'Ue», ha detto ieri Ursula von der Leyen, rivolgendosial presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky,

«L'Ucraina appartiene alla famiglia europea. Abbiamo ascoltato la vostra richiesta, forte e chiara. E oggi siamo qui per darvi la prima risposta positiva. In questa busta, caro Volodymyr, c'è un passo importante verso l'ingresso nell'Ue. Questo questionario è la base per la nostra discussione nei prossimi mesi. Qui comincia il nostro cammino verso l'Unione Europea. Saremo a vostra disposizione 24 ore al giorno, 7 giorni a settimana per lavorare su questa base comune», dice von der Leyen che pubblica la foto della consegna sul suo profilo Twitter.

9 APRILE

19.10 - Di Maio: "Ci opporremo a un intervento militare Nato"

"Ci opporremo ad un intervento militare della Nato nella guerra in Ucraina, perché questo porterebbe ad una guerra mondiale militare". Così il ministro degli Esteri, Luigi di Maio, a margine dell'inaugurazione di un centro famiglia a Pomigliano d'Arco (Napoli). "Siamo già in una guerra mondiale - ha spiegato il titolare della Farnesina - ma fortunatamente non dal punto di vista militare".

19.00 - Johnson, daremo veicoli corazzati e missili antinave

Il primo ministro britannico Boris Johnson, oggi in visita a sorpresa Kiev, ha promesso 120 veicoli corazzati e missili antinave all'Ucraina, acclamando la reazione all'invasione russa come "la più grande impresa di armi del ventunesimo secolo". Lo si legge in una nota di Downing Street. "E' a causa della risoluta leadership del presidente Zelensky e dell'invincibile eroismo e del coraggio del popolo ucraino che gli obiettivi mostruosi di Putin vengono vanificati", ha detto Johnson dopo aver incontrato Zelensky.

18.50 - Mosca: "Colpita a Mariupol nave evacuazione capi Azov"

Le navi russe hanno aperto il fuoco sulla nave da carico ucraina Apachi mentre tentava di entrare nel porto di Mariupol per evacuare i capi del battaglione nazionalista Azov. Lo ha dichiarato il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov. La nave battente bandiera maltese non ha reagito agli avvertimenti e la guardia di frontiera russa e le navi della flotta del Mar Nero hanno aperto il fuoco, ha affermato il portavoce. "Nessuno dell'equipaggio a bordo è rimasto ferito negli spari", ha detto Konashenkov, "l'equipaggio della nave ha spento l'incendio da sola. E' stata effettuata un'ispezione e la nave ucraina Apachi con l'equipaggio sta venendo ora scortata al porto di Yeisk".

18.10 - Johnson in visita a Kiev: "Sosteniamo l'Ucraina contro la barbarie russa"

La Gran Bretagna prepara "un nuovo pacchetto di aiuti finanziari e militari" all'Ucraina a testimonianza del suo "impegno verso questo Paese nella lotta contro la barbarica campagna russa". Lo scrive su Twitter il premier Boris Johnson dopo aver incontrato a Kiev il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

15.20 - Zelensky: «Sempre pronti a dialogo con Mosca»

L'Ucraina «è sempre pronta per i negoziati con Mosca e cercherà qualsiasi modo per porre fine alla guerra». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymr Zelensky dopo l'incontro con il cancelliere austriaco Karl Nehammer. Lo riportano i media ucraini.

13.45 - I russi "uccidono e torturano membri della stampa" ,nuove prove sulla morte del regista lituano a Mariupol.

I russi "stanno uccidendo e torturando membri della stampa". Lo denuncia la commissaria peri diritti umani del Parlamento ucraino Lyudmyla Denisova suTelegram, aggiungendo che ci sono nuove informazioni sulle circostanze della morte del regista lituano Mantas Kvedaravicius a Mariupol. "E' stato fatto prigioniero dai razzisti, che poi gli hanno sparato. Gli occupanti hanno gettato il corpo del regista nella strada. La moglie, rischiando la propria vita, ha portato il suo corpo fuori dalla città bloccata e portato in Lituania. La vera causa della morte del regista non è stata annunciata prima che lei si fosse messa in sicurezza".

12.30 - Di Maio: «Dopo Pasqua ambasciata a Kiev, tra i primi a tornarci»

«Riapriremo subito dopo Pasqua la nostra ambasciata a Kiev». Lo ha deciso il ministro degli Esteri Luigi Di Maio dopo la riunione di coordinamento di questa mattina alla Farnesina per fare il punto sulla guerra in Ucraina. «Siamo stati gli ultimi ad andare via da Kiev e saremo tra i primi a tornarci», scandisce Di Maio all'Unità di Crisi insieme all'ambasciatore Zazo in collegamento da Leopoli e all'ambasciatore Starace da Mosca.

11.01 - Kiev: a Makariv 132 civili torturati e uccisi

In Ucraina, nella città di Makariv, nella regione di Kiev, sono stati trovati i cadaveri di 132 civili "torturati e assassinati": lo ha reso noto il governo ucraino, con un 'tweet' del ministero della Difesa.  I soccorritori, si legge ancora nel messaggio, "avanzano nel territorio liberato" dai russi "e vengono scoperti nuovi mostruosi crimini di guerra". Secondo Kiev, la città di Makariv è semidistrutta.

9.45 - Ucraina: missile su località turistica di Myrhorod, feriti

Le truppe russe hanno lanciato un missile contro alcune infrastrutture della località turistica di Myrhorod, nella regione di Poltava, nell'Ucraina centrale, ferendo due persone e provocando danni significativi. Lo riferisce il capo dell'Amministrazione statale regionale, Dmytro Lunin, citato da Ukrainska Pravda. 

8.30 - Ucraina: sale a 176 il bilancio dei bambini uccisi

Sale a 176 (ieri erano 169) il bilancio dei bambini uccisi dall'inizio dell'invasione russa in Ucraina. Lo rende noto l'ufficio del Procuratore generale, secondo quanto riportano i media ucraini e internazionali, aggiungendo che il numero dei bambini feriti sale a 324. 

7.00 - Kiev: oggi previsti 10 corridoi umanitari

Per la giornata di oggi in Ucraina sono stati concordati 10 corridoi umanitari. Lo annuncia la vicepremier Iryna Vereshcuck su Telegram. Per la città assediata di Mariupol lo spostamento (verso Zaporizhzhia) è previsto sempre con mezzi propri.

6.50 - Gb: sventato nuovo tentativo di 'corridoio' terrestre tra Crimea a Donbass

Il tentativo di creare un corridoio terrestre tra Crimea a Donbass, in Ucraina, è ancora "sventato" dalla resistenza ucraina: è quanto rileva l'intelligence militare britannica nel suo ultimo aggiornamento sulla situazione sul terreno. 

5.10 - Zelensky, l'attacco a Kramatorsk è l'ennesimo crimine di guerra

«Come il massacro di Bucha, come tanti altri crimini di guerra russi, l'attacco a Kramatorsk deve essere inserito tra le accuse che saranno portate in tribunale, cosa che dovrà accadere». È uno dei passaggi del nuovo video del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky che la strage di ieri alla stazione di Kramatorsk, dove sono morti oltre 50 profughi. «Tutti gli sforzi del mondo dovranno essere diretti a ricostruire ogni minuto - sottolinea - Chi ha fatto cosa, chi ha dato gli ordini, da dove sono arrivati i razzi, chi li ha portati, chi ha dato l'ordine e come l'attacco è stato organizzato. La responsabilità è inevitabile».

4.01 - L'Onu preoccupata per i marittimi bloccati nei porti ucraini

Le Nazioni Unite lanciano l'allarme: 1.000 marittimi bloccati nei porti o nelle acque antistanti hanno bisogno di "azioni urgenti". In una dichiarazione congiunta, l'Organizzazione internazionale del lavoro e l'Organizzazione marittima internazionale hanno chiesto all'Unhcr, alla Croce Rossa e a Medici senza frontiere di proteggere i marinai e le navi bloccate nei porti e nelle acque ucraine, con "rifornimenti in diminuzione". Le due agenzie Onu segnalano in particolare la situazione di Mariupol e del Mar d'Azov.

3.50 - Amnesty, impegno doppio nel denunciare violazioni

"Non ci arrenderemo": le autorità russe «si sbagliano profondamente se credono che chiudendo il nostro ufficio a Mosca interromperanno il nostro lavoro di documentazione e denuncia delle violazioni dei diritti umani. Continuiamo imperterriti a lavorare per garantire che le persone in Russia possano godere dei propri diritti umani senza discriminazioni. Raddoppieremo i nostri sforzi per denunciare le clamorose violazioni dei diritti umani da parte della Russia, sia in patria sia all'estero». Così Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International, replica alla chiusura della sede locale da parte di Mosca.

«Non smetteremo mai di lottare per la liberazione dei prigionieri di coscienza detenuti ingiustamente per aver difeso i diritti umani - aggiunge -. Continueremo a difendere la capacità del giornalismo indipendente di riportare fatti reali, libero dall'intervento del governo russo. Continueremo a lavorare incessantemente per garantire che tutti coloro che sono responsabili di aver commesso gravi violazioni dei diritti umani, in Russia, Ucraina o Siria, ne rispondano davanti alla giustizia. In parole povere, non ci arrenderemo mai».