Giovanna Leonetti era affetta da una forte depressione post partum e dunque incapace di intendere e di volere nel momento in cui, il 20 febbraio 2016, ha ucciso la figlia Marianna di soli sette mesi. Per questo il Gup del tribunale di Cosenza, Giuseppe Greco, ha emesso nei suoi confronti una sentenza di assoluzione al termine del processo celebrato con il rito abbreviato.

Il giudice ha accolto le tesi della difesa

Il pm Domenico Frascino aveva chiesto una condanna a otto anni, riconoscendo la seminfermità. Il giudice invece, dopo aver escusso tre periti ed un consulente, ha accolto la tesi della difesa, rappresentata dagli avvocati Marcello Manna e Pierluigi Pugliese.
Come si ricorderà la donna aveva ucciso la piccola soffocandola con un cuscino. Dopo aver commesso l’infanticidio, Giovanna Leonetti è rimasta ricoverata per un breve periodo nel reparto di psichiatria dell’ospedale dell’Annunziata, successivamente è stata curata in una clinica specialistica vicino Bari. Adesso, con la sentenza di assoluzione, è venuto meno anche l’obbligo di sottoporsi ad eventuali cure.

 

Salvatore Bruno