È deceduta per asfissia da soffocamento Lorena Quaranta, la giovane agrigentina morta nella notte fra il 30 e il 31 marzo a Furci Siculo, nel Messinese. Un delitto per il quale si trova in carcere il fidanzato Antonio De Pace, il ventottenne di Dasà arrestato dopo aver confessato di aver ucciso la sua fidanzata. È quanto rivela in maniera definitiva il risultati dell’autopsia disposta – unitamente ad accertamenti tecnici irripetibili affidati al laboratorio scientifico dell’Arma dei carabinieri – dal pubblico ministero della Procura di Messina, Roberto Conte che coordina l’inchiesta.

 

Il giovane aveva affermato di aver ucciso la fidanzata con una coltellata allo stomaco ma gli accertamenti medico legali hanno invece confermato lo strangolamento e la morta per asfissia da soffocamento, oltre a dei traumi da corpo contundente e poi calci e pugni.

Il reato contestato ad Antonio De Pace è quello di omicidio volontario pluriaggravato dai motivi abietti o futili e perché il fatto è stato commesso su una convivente stabile o da soggetto legato da una relazione sentimentale. Da ricordare che nel corso dell’ultimo interrogatorio richiesto dal pm De Pace e, il ventottenne di Dasà aveva parlato al pm di uno stato di ansia legato alla situazione generale generata dal coronavirus quale causa scatenante l’omicidio.

 

Una motivazione non creduta (né De Pace né la fidanzata sono risultati contagiati dal Covid) e che lasciava molti punti oscuri in ordine all’azione di morte ora meglio chiariti dai risultati dell’autopsia consegnata dal medico legale Daniela Sapienza. Lorena Quaranta, dunque, non presentava alcuna ferita da arma da taglio ma solo una ferita sul volto provocata probabilmente da un oggetto durante la colluttazione con Antonio De Pace. Ancora in corso, invece, le analisi sugli smartphone e sui pc di Lorena e del fidanzato, sequestrati dall’abitazione della vittima, alla ricerca della causa scatenante il fatto di sangue.