Profetico fu Raffaele Rio, presidente di Demoskopika, l’istituto che si occupa di ricerca economico sociale, indagini di mercato e sondaggi, alla fine del marzo scorso, quando, in pieno lockdown, intervistato dal direttore Pasquale Motta, anticipò le ripercussioni economiche della pandemia Covid-19 sul turismo calabrese. Rio concluse con un monito: «Quando le restrizioni non ci saranno più, la Calabria deve essere pronta a ripartire, altrimenti al danno si potrebbe aggiungere la beffa».
E beffa fu: secondo l’indagine di Demoskopica per conto del Comune di Siena sulle mete più gettonate dagli italiani per l’estate post-Covid 2020, la Calabria è stata ampiamente surclassata da Sicilia e Puglia, collocandosi al quinto posto tra le scelte degli italiani.

Si punta tutto sul turismo di prossimità 

Come confermato da Antonio Capacchione, presidente del Sindacato italiano balneari aderente a Fipe Confcommercio, però, quest’anno il turismo sarà di prossimità, cioè fatto di gite di pochi giorni e nei pressi dei luoghi di residenza. Una tipologia di turismo che per la Cna è considerata una “carta vincente”, perchè è il turismo di chi ha rinunciato ad andar lontano, ma la vacanza se la concede. Peccato che gli incentivi previsti dal governo regionale, che dopo anni di assenza, finalmente si è dotata di un assessore al turismo, stentino a decollare. Qualche piccolo esempio.

Indovina chi (non) viene a cena

A nulla è servito l’annuncio in pompa magna della Presidente di Regione Jole Santelli: «Offriremo una cena a chi viene in Calabria», con tanto di invito rivolto anche ai colleghi governatori Bonaccini, Cirio, Toti e Fontana. Peccato che la cena si è presto raffreddata. Il provvedimento formale che doveva contenere questa misura, chiamato “Ospitalità Calabria”, affidato nella sua gestione a FinCalabra, è partito con molto ritardo, nonostante la delibera della giunta regionale fosse del 3 giugno con uno stanziamento di 8.750.000 milioni di euro.
Di che parliamo concretamente? Di un contributo una tantum, un voucher, utilizzabile fino al 30 settembre, per i turisti provenienti da fuori regione, pari a 25 euro a persona, per la consumazione di una cena tipica calabrese.

La manifestazione di interesse per le imprese alberghiere e della ristorazione che volessero aderire a questa iniziativa è stata pubblicata due mesi dopo la delibera di giunta, il 30 luglio, con possibilità di aderire dal 3 agosto al 20 settembre. Tempi stretti e procedura in ritardo e macchinosa, siamo alle solite.

Stai In Calabria... ma senza fretta

Stesso destino per l’incentivo al turismo autoctono: “StaiInCalabria”, il voucher che avrebbe dovuto scongiurare “la scomparsa delle microimprese del settore turistico-ricreativo, la perdita di posti di lavoro e il conseguente aumento della disoccupazione”, come si legge nella scheda di presentazione del bando. Una ricetta che pareva, quindi, quasi miracolosa, finanziata con ben 14,5 milioni di euro ma, anch’essa, finita in gestione a FinCalabra e delle sue bibliche tempistiche d’azione.
I turisti calabresi dovranno, quindi, aspettare per avere il bonus vacanze nostrano (pari fino a massimo 320 euro a nucleo familiare da spendere per un soggiorno di almeno tre notti nelle strutture ricettive calabresi).
Dopo la pubblicazione del bando a metà giugno, dal 20 luglio (e fino al 30 settembre) è possibile richiedere, attraverso il Portale Calabria Europa, la concessione del voucher da utilizzare entro il 31 ottobre. La guida per i nuclei familiari è stata pubblicata il 3 agosto, mentre le FAQ il 6, a stagione iniziata.
In attesa che i voucher vengano rilasciati, la tecnica dei bonus prevista dal governo regionale è finita nella scure gestionale di FinCalabra. La stagione balneare sarà presto conclusa, speriamo, almeno, di fare in tempo per le vacanze in Sila.