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Catanzaro - Raggiunge un altro ulteriore traguardo l’inchiesta su una serie di operazioni truffaldine escogitate simulando incidenti stradali mai esistiti per raggirare le agenzie assicurative. Il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Paolo Petrolo ha chiesto il rinvio a giudizio a carico di 49 indagati, tra medici, avvocati, carrozzieri, accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla truffa , fraudolento danneggiamento dei beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona, truffa aggravata, falso, frode fiscale, intestazione fittizia di beni. L’inchiesta sfociò nel maggio dell’anno scorso, nell’operazione denominata "Violentemente investito" condotta dagli uomini della Guardia di finanza, un’indagine complessa, durata tre anni e basata su intercettazioni ambientali e telefoniche, con risvolti di natura fiscale, che all’epoca dei fatti portò il gip Gabriella Reillo a emettere su richiesta della Procura un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per 6 indagati, gli arresti domiciliari per 11 e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per 4.
Centocinquantasei furono in tutto le persone denunciate, che avrebbero ottenuto gli indennizzi sulla base dei falsi incidenti versando una parte delle somme ricevute agli organizzatori della truffa, mentre furono sequestrati beni per un valore di due milioni di euro, ed emesse multe per reati fiscali per 700mila euro. Oltre cinque milioni di euro, invece, sarebbe stato il valore delle truffe realizzate dalla presunta organizzazione criminale - in un arco di tempo compreso tra il 2009 ed il 2012 - attraverso il sistema dei falsi incidenti, ai danni, oltre che delle agenzie di assicurazione, anche del Fondo di garanzia delle vittime della strada. A svelare la presunta organizzazione criminale un collaboratore di giustizia catanzarese coinvolto nell’operazione Pony express, che spiegò il "sistema" messo in piedi per realizzare le truffe, essendone stato partecipe dal 2002 al 2008. Le lunghe e complesse indagini, poi, hanno consentito agli investigatori delle Fiamme gialle di stabilire che tra il 2010 e il 2012 il gruppo avrebbe messo in scena almeno ventotto falsi incidenti stradali. Nello studio dell'avvocato Gennaro Pierino Mellea, oggetto di perquisizione e dove all’epoca dei fatti aveva in uso una stanza anche l'avvocato Antonio Bressi , si sarebbe svolta un'attività logistica e di supporto alla presunta associazione per delinquere che avrebbe fatto capo proprio a Mellea, mentre Bressi si sarebbe occupato dei procedimenti instaurati presso il giudice di pace di Badolato. Nella richiesta di rinvio a giudizio non compaiono più i nomi di Giuseppe Catricalà e Salvatore Palaia, prima inclusi nell’avviso di conclusione delle indagini. Adesso la parola passa al gup del Tribunale di Catanzaro Domenico Commodaro, che una volta fissata l’udienza preliminare e nel contradditorio tra le parti dovrà decidere se mandare o meno a processo gli imputati.
I NOMI
Pierino Gennaro Mellea; Antonio Bressi; Raoul Mellea, Fabrizio Nicoletta; Francesco Giglio; Rosario Murica; Bruno Candeloro; Vitaliano Mirarchi; Catiuscia Adamo; Francesca Alfieri; Vittorio Alfieri; Maurizio Anastasi; Angelo Barone; Gulio Cosco; Luciano Crispino; Adriano Dara; Daniele De Fazio; Angela Maria De Luca; Gianluigi De Santis; Enzo Guido; Serafino Guido; Ennio Iiritano; Gabriella Elvira Maiuolo; Rita Mancuso; Rosa Mazza; Magda Mellea; Francesco Mensica; Daniela Mungo; Alessandro Nicoletta; Antonio Nicoletta; Emanuele Nicoletta; Filomena Nicoletta; Vittorio Nicoletta; Giuseppe Palaia; Giovanni Panico; Benito Parrinello; Fabio Parrinello; Filippo Passarelli; Luciano Procopio; Sarah Riga; Ersilia Rosati; Annarita Scalzo; Luigi Scalzo; Leonardo Scerbo; Cesarina Scozzafava; Massimo Trapasso; Raffaele Trapasso; Maria Varano e Rosario Mellea.
Gabriella Passariello