Un’ispezione ministeriale sulla gestione dell’Ufficio esecuzioni e fallimenti del Tribunale di Lamezia Terme e un’azione disciplinare a carico» del magistrato che lo dirige, «per accertarne ed eventualmente sanzionarne i comportamenti».

 

È quanto ha chiesto in un’interrogazione parlamentare rivolta al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede il deputato pentastellato Giuseppe D’Ippolito a seguito delle numerose ordinanze cautelari emesse nell’ambito della recente inchiesta della Procura di Lamezia Terme denominata Asta la vista, in cui si ipotizza l’esistenza di un sistema di gravi complicità che avrebbe permesso di truccare aste giudiziarie e ottenere utilità personali.

 


«A parte le valutazioni d’ordine penale di competenza di altro potere dello Stato, la gravità, la reiterazione nel tempo, il numero e il titolo delle persone coinvolte e la vastità dei fatti segnalati – scrive D’Ippolito nel documento - comportano la necessità di verificare le eventuali responsabilità, sotto il profilo dell’organizzazione dell’Ufficio in argomento e del controllo su di esso e sulle procedure gestite, del magistrato preposto alla conduzione del medesimo».

 


«Altri sintomi (almeno) dell’incapacità gestionale del citato magistrato sono emersi in questi giorni» denuncia ancora D’Ippolito che vanno, è precisato nell’interrogazione, «dalla ripetuta assegnazione a medesimi professionisti di incarichi, specie quelli con maggiori possibilità di remunerazione, a situazioni di possibile diniego del diritto di difesa personale, all’espresso mancato rispetto di norme costituzionali e di sentenze della Corte costituzionale che, come noto, hanno forza di legge».

 


Secondo l’esponente M5S, vi sono, poi, equilibri non chiari circa l’«andamento temporale delle varie procedure esecutive immobiliari» e perplessità in fatto di «riservatezza» e mantenimento del segreto d’ufficio. «Si tratta di questioni contestualmente segnalate dal parlamentare al Csm, alle Procure di Salerno e di Lamezia Terme e dei locali Consigli giudiziari e presidenza del Tribunale», precisa la nota stampa. «È evidente – commenta D’Ippolito – che la vicenda merita un approfondimento specifico volto, in un settore molto delicato, a tutelare la concreta amministrazione della giustizia nonché sia i creditori che i debitori più deboli. Pertanto ho ritenuto doveroso esercitare i poteri di sindacato ispettivo propri del parlamentare».

 

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