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La sezione giurisdizionale della Corte dei Conti ha condannato l’imprenditore lametino Annibale Notaris 53 anni (solo omonimo di Annibale Notaris editore delle testate Telespazio e Calabria Tv), Maria Notaris 35 anni di Lamezia Terme e Francesca Notaris 26 anni di Lamezia Terme, in qualità di soci e rappresentanti della società Agrin al pagamento 660mila euro in favore dell’Agea per i contributi sino al 2010 e in favore dell’Arcea per i contributi successivi oltre alla rivalutazione monetaria dalla data del danno.
La truffa all'Inps e all'Unione Europea
L’inchiesta era stata portata avanti dalla Guardia di Finanza di Catanzaro che avevano ricostruito “un articolato disegno criminoso perpetrato ad opera di un'associazione a delinquere costituita da un gruppo d'imprenditori e da un consulente commerciale che, nell'arco di un quinquennio, era riuscita a porre in essere la realizzazione di una sfaccettata frode ai danni del bilancio nazionale e dell'Unione Europea”. In particolare, il “meccanismo prevedeva una prima fase destinata al reperimento di terreni da parte degli imprenditori, i quali, stipulati i contratti di fitto e di vendita, in buona parte dei casi risultati meramente fittizi, utilizzavano gli stessi al fine di ottenere e dimostrare presso le competenti sedi una consistenza di terreni tale da giustificare un ingente fabbisogno lavorativo aziendale, che in seguito veniva anche posta a base della richiesta di aiuti comunitari”. Con questo sistema sarebbero stati, quindi, chiesti ed illecitamente ottenuti contributi economici a valere sul Piano di Sviluppo Rurale 2007/2013 e sulla PAC per gli anni 2007/2012.
Il ragioniere Antonino Porcaro
I giudici contabili hanno ritenuto prive di fondamento le affermazioni difensive contenute nella memoria di costituzione, come quella che pretenderebbe di ricondurre al ragioniere Antonino Porcaro, nei confronti del quale è stata presentata una “denuncia-querela per il delitto di truffa”, ogni eventuale responsabilità in merito alle domande di contributo, ciò per l’ovvia deduzione che, pur a fronte del presumibile ruolo svolto dal Porcaro nell’istruttoria delle domande, è indubbio che, in realtà, a sottoscrivere le richieste di contributo e i contratti di fitto che avrebbero dovuto formare la consistenza di terreni utili ai fini del finanziamento, sono stati invece i soci e amministratori dell’azienda e non il loro consulente contabile.
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Annibale, Maria e Francesca Notaris
Nella sentenza emessa dalla sezione giurisdizionale della Corte dei conti, i giudici affermano che: “Nessun dubbio vi può essere circa la connotazione dolosa delle domande di finanziamento sottoscritte da Maria Notaris e Francesca Notaris, nella loro qualità di rappresentanti legali della Agrin. Quanto ad Annibale Notaris, socio della Agrin, la sua responsabilità è tanto evidente, quanto indubbiamente più rilevante rispetto a quella delle sue congiunte. A questo riguardo non si può non condividere la descrizione che della sua condotta di amministratore di fatto della società fa la Procura regionale, in esito alla quale senz’altro emerge come egli sia stato l’artefice principale dell’azione illecita, soprattutto per via dei contratti di fitto risultati coincidenti con quelli stipulati dalla ditta individuale dello stesso Annibale Notaris e che, nondimeno, sono stati utilizzati per le domande di contributo della ditta Agrin”.
Luana Costa