Sgomento e incredulità. Sono i sentimenti con cui si è risvegliata Tropea il giorno dopo l’incredibile vicenda che ha visto un operaio del porto ferito con un piombino sparato da un fucile ad aria compressa.
Un episodio che avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi: l’uomo colpito - G.C., 53 anni del luogo - infatti, è stato attinto al collo mentre era intento a potare delle piante all’ingresso della struttura, e il piombino si è fermato fortunatamente a pochi millimetri dall’arteria carotidea, una situazione che sarebbe potuta sfociare in tragedia. Per la vittima è stata comunque necessaria un’operazione di estrazione del colpo.


Ma il ferimento al porto non è l’unico episodio su cui stanno indagando i carabinieri della locale Compagnia, guidati dal capitano Alimonda. Sempre alla giornata di ieri è infatti ascrivibile un fatto analogo che ha visto coinvolta un'altra persona impegnata a passeggiare sul lungomare, nei pressi delle Roccette. Anche in questo caso un piombino lo ha colpito al busto, ma per fortuna senza alcuna conseguenza.
A quanto pare, però, il cecchino tropeano non si sarebbe limitato a queste due “prove di abilità” balistica. Lo scorso sabato il proprietario di un bar in piazza Vittorio Veneto, intento a riparare il tendone esterno, è stato infatti raggiunto da un altro colpo sparato sempre da un fucile ad aria compressa.


Al momento le indagini vanno avanti a ritmo serrato avvalendosi in particolare delle telecamere di sicurezza del porto, ma la situazione nella cittadina tirrenica resta comunque ad alta tensione finché il responsabile non verrà individuato ed assicurato alla giustizia.

LEGGI ANCHE: