Una delle prossime pratiche che dovrà affrontare l'assemblea Plenaria del Consiglio Superiore della Magistratura, è quella relativa al nuovo presidente del tribunale di Sorveglianza di Reggio Calabria. Si tratta di un incarico direttivo, per il quale sono giunte tre domande per la copertura del posto, vacante dal 24 gennaio 2021, dopo l'addio di Vincenzo Pedone.

I tre magistrati che hanno presentato i loro curriculum, sperando di strappare la nomina dell'organo di autogoverno della magistratura italiana, sono: Daniela Tortorella (attuale giudice di Sorveglianza di Reggio Calabria), Roberto Lucisano (presidente di sezione penale presso la Corte d'Appello di Reggio Calabria) e Francesca Di Landro (consigliere presso la Corte d'Appello di Reggio Calabria).

Tre candidati per l'incarico 

La quinta commissione del Consiglio superiore della Magistratura ha preso in considerazione soltanto due dei tre profili: quello di Daniela Tortorella e Roberto Lucisano. Entrando nel merito della decisione, i consiglieri Sebastiano Ardita, Fulvio Gigliotti (relatore), Antonio D’Amato e Alessio Lanzi, hanno votato a favore del magistrato Tortorella, evidenziando che l'attuale giudice del tribunale di Sorveglianza di Reggio Calabria abbia un percorso professionale più idoneo a ricoprire tale incarico. Su questa linea anche il ministro della Giustizia, Marta Cartabia, che ha espresso parere favorevole, sostenendo la proposta A.

Il magistrato Tortorella favorito

A rafforzare tale considerazione, la maggior parte dei componenti della quinta commissione ha richiamato la nota del 2019 del Consiglio giudiziario di Reggio Calabria, nella quale veniva sottolineato che «la dott.ssa Daniela Tortorella - sulla base dei dati esposti - è da ritenersi magistrato di eccellenti capacità, di consistente preparazione giuridica e quanto mai sicura operosità, che ha sempre adempiuto le sue funzioni, ed ancora nel quadriennio in valutazione, dimostrando elevato senso del dovere, onestà intellettuale, serenità, sensibilità ed equilibrio».

Il Csm, inoltre, non ha mancato di far emergere come sia complesso e delicato il lavoro che svolgono i giudici di Sorveglianza nel Reggino, vista «la presenza, in tre dei cinque istituti penitenziari (ovvero Reggio Calabria San Pietro, Palmi e Reggio Calabria Arghillà) del distretto, di detenuti per reati ex art. 41 bis o.p. (specie di quelli di prima fascia ovvero ristretti per associazione di tipo mafiosa, associazione finalizzata al narcotraffico e delitti aggravati dall’art 7 legge 203/2013) ha un immediato riflesso sul numero dei procedimenti di sorveglianza coinvolgendo tematiche complesse come il differimento dell'esecuzione della pena e l’accertamento incidentale della collaborazione in relazione al superamento delle preclusioni normative all'accesso a misure alternative».

Tra le note di merito anche l'iniziativa “I colori della legalità”

Tra le altre note di merito, che hanno valorizzato il lavoro della candidata Daniela Tortorella, la quinta commissione ha rilevato come la stessa abbia contribuito «ad una delle prime applicazioni (nel distretto, e non solo) dell'istituto del lavoro esterno in favore della collettività (art. 21 comma 4 ter O.P.) prestato su base volontaria e gratuita dai detenuti, approvando e gestendo nella successiva fase della esecuzione, il programma denominato “I Colori della legalità” varato dall'amministrazione Penitenziaria e dal Tribunale di Locri, con il coinvolgimento anche della Procura della Repubblica, dell'Ordine degli avvocati, del comune di Locri».

Per questi e altri motivi, dunque, la quinta commissione del Csm ritiene che il profilo di Daniela Tortorella sia prevalente rispetto al candidato Roberto Lucisano, il quale dal 26 maggio 2009 al febbraio 2014, è stato presidente del tribunale di Vibo Valentia.

Il candidato Lucisano sostenuto da due consiglieri togati

Tuttavia, la partita si gioca su due proposte. Infatti per Lucisano hanno votato a favore i consiglieri Alessandra Dal Moro (relatore) e Michele Ciambellini. Entrambi hanno valutato prevalente il profilo del presidente di sezione penale della Corte d'Appello di Catanzaro, relativamente ad alcuni parametri, previsti dal Testo Unico. Nel caso di specie, si legge nella relazione di Alessandra Dal Moro, «quanto alle esperienze nel lavoro giudiziario di cui all'art. 8 Tu (Testo unico, ndr), invece, netta è la prevalenza del dottor Lucisano che, nell'ambito di un percorso professionale di quasi 38 anni, ha trattato sia il settore civile che, soprattutto, quello penale e ha svolto funzioni sia giudicanti che requirenti, in primo e in secondo grado, ottenendo risultati eccellenti, tanto sotto l'aspetto qualitativo, quanto sotto il dato quantitativo». La pratica verrà discussa dal Plenum del Csm il prossimo 9 febbraio.