C'è un doppio ingresso stabilito dal Tribunale di Castrovillari che separa il ruolo di magistrati e dipendenti da una parte e avvocati ed utenti dall'altra. Nel primo, riservato ed a scorrimento veloce, si accede al Tribunale di Castrovillari senza code e senza occasioni di contatto e contagio, nel secondo invece no.

 

Una distinzione che l'organismo congressuale forense, attraverso il coordinatore Giovanni Malinconico, definisce «inaccettabile» in quanto «oltre ad equiparare gli Avvocati alla normale utenza, li sottopone a lunghe ed estenuanti attese e code, con le relative conseguenze in termini di ritardo nell’accesso alle aule giudiziarie - incompatibili con la necessità di attendere con puntualità ai quotidiani impegni - e i relativi maggiori rischi di contagio». Ma anche il provvedimento scelto rappresenta «una gravissima lesione della dignità del Foro di Castrovillari e incide in modo inammissibile con il rilievo costituzionale della funzione che l’Avvocatura svolge per la tutela dei diritti, quale componente imprescindibile della nostra Giurisdizione». Lo scrive nero su bianco il coordinatore dell'organismo indirizzando una missiva al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, al capo dipartimento dell'organizzazione giudiziaria, Barbara Fabbrini, e per conoscenza al presidente del Tribunale di Castrovillari, Natina Praticò, ed al presidente dell'ordine degli avvocati, Roberto Laghi.

 

Con la lettera, oltre a porre in evidenzia la condizione degli avvocati che operano nel distretto giudiziario di Castrovillari, chiede di «disporre un intervento immediato per porre rimedio alla situazione verificatasi presso il Palazzo di Giustizia di Castrovillari ed impedirne il protrarsi (trattandosi di scelta che attiene all’organizzazione della logistica), avviino una più ampia ricognizione della disciplina degli ingressi in atto presso gli Uffici Giudiziari Italiani, al fine di impedire siffatte prassi discriminatorie».