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Capre che brucano tra fili d'erba e rifiuti edili. Erba alta, a macchia, da cui spuntano serpi e topi. Il celebre 'non finito' calabrese a Lamezia Terme ha un nome: palazzine Aterp. Si tratta delle case popolari mai finite di via Cianflone, nel quartiere Savutano, una decina circa di palazzine che si rincorrono in poche centinaia di metri.
Molte sono soltanto degli scheletri, con le finestre e i portoni del primo piano serrati con dei mattoni. "Per non fare entrare i malintenzionati " dice qualcuno, "perché sono senza tetto e dentro ci sono situazioni al limite" dice qualcun altro.
Costruite nel 1980 attendono da 36 anni di essere terminate e consegnate. Il tutto mentre l'emergenza abitativa in città è in continuo aumento, il tutto in un quartiere relativamente nuovo e considerato residenziale.
"La Multiservizi non è mai venuta a pulire" lamentano i residenti, quelli che abitano nelle poche palazzine terminate e agibili e che denunciano anche la mancanza di illuminazione pubblica. Basta allontanarsi dalla strada principale per vedere come i cortili interni siano diventati terra di nessuno, pieni di cumuli di rifiuti, ferro ed eternit, carcasse di macchine, animali da campagna.
Perfino le telecamere di 'Striscia la notizia' sono intervenute sul posto alcuni anni fa, ma con scarsi risultati. Poco più in là ci sono le palazzine in cui i lavori sono in stato avanzato, ma senza agibilità.
Qui ad agosto 2010 nove famiglie, sostenute dal movimento Casa Pound, occuparono alcuni degli appartamenti. In tutto trenta persone, di cui nove bambini e una donna incinta. Vennero sgomberati nel novembre successivo. Da allora gli alloggi non sono mai stati assegnati, l'intonaco sta cadendo, i vetri delle finestre vanno in frantumi, le persiane crollano. Le aperture dei primi piani sono state murate per evitare nuove occupazioni.
Nel 2014 l'allora sindaco Gianni Speranza annuncia che i 30 milioni di euro assegnati al comune grazie al progetto 'SARA' per la riqualificazione del quartiere sono stati sbloccati. Con enfasi viene proclamato il completamento a breve di tutte le palazzine. Da allora tutto tace. Gli scheletri degli appartamenti sono visibili in tutto il loro degrado da lontano, sulla struttura dei tetti la vegetazione cresce rigogliosa. Sarebbero circa 100 le famiglie che potrebbero trovare sistemazione se queste fossero terminate. Ma dall'Aterp nulla si muove e quel poco che è stato costruito continua a crollare su se stesso.
Tiziana Bagnato