VIDEO | Anche due assoluzioni nel processo innescato dai drammatici eventi del 17 luglio 2019 che all’epoca determinarono la chiusura dell’unico Punto nascita presente sul Tirreno cosentino
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Tre medici sono stati condannati a un anno di reclusione per l’omicidio colposo di Santina Adamo, la mamma di 36 anni morta il 17 luglio del 2019, nell’ospedale di Cetraro, dopo aver dato alla luce il suo secondo figlio. A risultarle fatale, quel giorno, fu uno shock emorragico post parto, ma secondo la Procura di Paola al tragico epilogo avevano contribuito anche le condotte negligenti da parte dei sanitari che l’avevano in cura.
I riflettori d’accusa erano puntati soprattutto sull’intempestività dei soccorsi prestati alla donna originaria di Rota Greca che, all’insorgere dell’emorragia, avrebbe dovuto giovare di una trasfusione ritardata, però, dalla penuria di sacche di sangue all’interno del presidio ospedaliero. Quasi cinque anni dopo, i sospetti investigativi hanno trovato per ora conferma in aula nei riguardi dei ginecologi Concetta Perri e Angelo Cannizzaro e dell'anestesista Alessandra Chidichimo.
La pena inflitta loro dal giudice – un anno di reclusione per omicidio colposo - coincide con quella invocata dal pubblico ministero. Conformi alla richiesta dell’ufficio di Procura sono state anche le due assoluzioni sancite al termine del processo, quelle dell’ostetrica Loretta De Biase e dell'anestesista Francesco Amoroso, difesi rispettivamente dagli avvocati Giuseppe Bruno ed Endrio Lapuista. Entrambi sono risultati completamente estranei alla vicenda, con Amoroso che fu mobilitato dai colleghi per soccorrere la paziente solo quando le condizioni di quest’ultima erano ormai disperate.
Per quanto riguarda i condannati, si tratta di una sentenza di primo grado. Se ne riparlerà in Appello. Li difendono gli avvocati Francesco Sapone, Nicola Annetta, Vania Ciresi e Roberto Deni. All’epoca il dramma suscitò scalpore e commozione in tutt’Italia, determinando anche la chiusura del Punto nascita di Cetraro, l’unico presente sul Tirreno cosentino. Sempre con riferimento a questa vicenda, si è celebrato un processo civile che si è concluso con un risarcimento accordato dall’Asp ai familiari di Santina Adamo. Un passaggio obbligato in una storia che non ammette consolazione.