Ricoverata al Policlinico Gemelli di Roma la bimba di nove anni strappata alla piena era in gravi coondizioni. Ora i medici fanno sapere che è in netto miglioramento. Oggi i funerali dei genitori originari della provincia di Napoli
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Si temeva il peggio per lei. La piccola Chiara, trovata nel greto del fiume, sopravvissuta all’ondata di piena che ha ucciso, il 20 agosto scorso, dieci escursionisti nelle gole del Raganello, nel cuore del Parco del Pollino. Appena nove anni, Chiara si trovava in gita insieme al padre Antonio e alla madre Carmen. Loro non ce l’hanno fatta, ma la piccola, che si trova ancora in un letto ospedale priva di coscienza, probabilmente non lo sa ancora. Su di lei vegliano gli zii e la sorella maggiore, Michela di dodici anni.
I soccorritori l’hanno trovata rannicchiata accanto a un corpo, con ancora addosso la muta e il caschetto. Sulle spallo lo zainetto che ha fatto da schermo alla sua piccola schiena evitando che riportasse ulteriori traumi. Ma l’ondata di piena che ha sommerso il suo esile corpo le ha rubato il fiato, riempiendo i suoi polmoni di acqua e sabbia. Per lei, all’inizio, si è temuto il peggio. Soccorsa e trasportata all’Annunziata di Cosenza, constatata la criticità delle condizioni, era stata immediatamente trasferita al Gemelli di Roma. Lì, la piccola, è stata posta in sedazione profonda, con prognosi riservata, i suoi polmoni lasciati riposare ricorrendo alla ventilazione meccanica artificiale. Non era in grado di respirare da sola. La sua diagnosi, per giorni, è stata di insufficienza respiratoria acuta.
Ma Chiara, dal fondo di quel letto di acqua e fango dove i suoi genitori hanno perso la vita, ha iniziato lentamente a salire verso la superficie. Ieri la prognosi era ancora riservata, la piccola non era in grado ancora di respirare autonomamente a causa dei detriti accumulati nei polmoni, ma le condizioni venivano definite stabili. Oggi finalmente la buona notizia. La bambina, fa sapere l'ospedale, non è più intubata ed è stata posta in ventilazione non invasiva, in sedazione leggera. Mantiene parametri vitali stabili e nella norma e l'esame neurologico non evidenzia deficit maggiori. Anche il quadro di insufficienza renale post-traumatica risponde alle terapie. Insomma, anche se il percorso sarà ancora accidentato, il cammino di Chiara sembra essere quello che porta alla guarigione. Quella del corpo perlomeno. Perché le lacerazioni più profonde non si vedono e saranno difficili da curare. Forse nemmeno il tempo potrà. Chiara dovrà fare i conti con la scomparsa dei genitori e un’esperienza terrificante che le si è impressa nella mente con la stessa violenza dell’acqua che le ha squassato i polmoni.
Intanto, oggi, centinaia di persone hanno gremito la chiesa di Maria Santissima Immacolata, a Qualiano, nel Napoletano, per dare l'ultimo saluto ad Antonio Santopaolo e Carmen Tammaro, i due coniugi morti nella tragedia del torrente Raganello. I genitori di Chiara e Michela. A celebrare le esequie è stato il vescovo di Aversa Angelo Spinillo.
Loredana Colloca