La realizzazione della tratta Sibari-Corigliano-Rossano della strada statale 106 continua a essere al centro di polemiche e controversie. Da una parte, il comitato dei privati cittadini che denuncia vizi procedurali legati agli espropri delle terre; dall’altra, le posizioni dell’Anas, l’ente responsabile del progetto. Nel mezzo, la critica feroce di Fabio Pugliese, direttore operativo dell’organizzazione di volontariato Basta Vittime sulla strada statale 106, che da anni si batte contro le problematiche strutturali e di gestione legate a questa arteria stradale.
Durante il recente incontro, il comitato di privati ha sollevato preoccupazioni specifiche sugli espropri, denunciando l’impatto su aree produttive e agricole. In risposta, Fabio Pugliese ha ampliato il dibattito, non limitandosi agli espropri, ma denunciando quella che ritiene una cattiva gestione dell’intero progetto da parte dell’Anas e della classe politica locale.

Un progetto dai costi fuori controllo: «Sarà un disastro per l’Anas»

Secondo Fabio Pugliese, la realizzazione del tracciato nasconde costi spropositati e una pianificazione insufficiente. E così afferma con chiarezza che l’opera, così come è stata concepita, porterà a una crisi economica e gestionale per l’Anas: «Quando il progetto costava 500 milioni di euro nel 2021, noi eravamo i primi a dire che sarebbe costato almeno un miliardo. Oggi, avendo finalmente tra le mani il progetto, scaricato dal sito della Regione Calabria nell’ambito della procedura VIA-VAS, abbiamo le idee chiarissime: il progetto costerà almeno due miliardi». Pugliese prevede che l’opera, concepita senza un’adeguata pianificazione finanziaria, si rivelerà un fallimento e porterà a conseguenze gravi per l’ente che la sta portando avanti: «Siamo seduti in riva al fosso ad aspettare che arrivi il cadavere. E il cadavere è quello dell’Anas, la peggiore dirigenza di sempre nella storia della Calabria. Quando si scoprirà che il progetto costerà almeno due miliardi e non sarà realizzabile, noi chiederemo le dimissioni dell’Anas e, con essa, di tutta la classe dirigente politica, sia di maggioranza che di minoranza, che da anni ignora questa situazione.»

Espropri e politica: le rivendicazioni dei privati e l’incapacità delle istituzioni

Le preoccupazioni espresse dai privati riguardano principalmente il modo in cui gli espropri sono stati pianificati. Le aree coinvolte, in molti casi produttive e agricole, rischiano di essere gravemente compromesse senza che vi sia stata un’adeguata valutazione tecnico-economica delle alternative. Pugliese, pur riconoscendo la legittimità delle rivendicazioni, sposta il dibattito sul nodo centrale della questione: la cattiva gestione complessiva del progetto e la scarsa capacità della politica locale di difendere il territorio. Sebbene Basta Vittime non si schieri direttamente con i privati nelle loro rivendicazioni sugli espropri, Pugliese critica duramente il modo in cui l’Anas sta affrontando il tema: «Le rivendicazioni dei privati sono legittime, ma non per l’organizzazione di volontariato Basta Vittime sulla 106. Tuttavia, se l’Anas procederà con compensazioni economiche adeguate, noi saremo dalla parte dei cittadini che rischiano di subire le conseguenze peggiori». Pugliese pone l’accento non solo sulla questione economica degli espropri, ma soprattutto sull’invasività del tracciato, che attraversa aree urbane e produttive, compromettendo la qualità della vita dei residenti e l’integrità delle attività economiche: «Questa nuova strada invade le città, attraversa le case. Le signore apriranno il balcone e si troveranno la strada sotto casa. E tutto questo in aree produttive e industriali che potrebbero essere salvaguardate».

Mancanza di visione e pianificazione: l’attacco alla classe politica di Corigliano-Rossano

Oltre all’Anas, le critiche di Basta Vittime sono rivolte anche alla politica locale di Corigliano-Rossano. Pugliese denuncia una totale mancanza di visione e capacità gestionale da parte delle istituzioni locali, che non avrebbero mai preteso uno studio di fattibilità tecnico-economico per il Megalotto 8, nonostante l’opera sia stata concepita già vent’anni fa. Secondo Pugliese, i due consigli comunali che approvarono il progetto allora non avrebbero mai considerato alternative meno impattanti: «La politica di Corigliano-Rossano non ha mai preteso uno studio di fattibilità tecnico-economico sul progetto del Megalotto 8, un progetto che esiste da vent’anni, approvato da due consigli comunali. È inconcepibile che oggi, quando ci vengono presentati progetti pronti, non ci si opponga con decisione a scelte sbagliate.» La mancanza di iniziativa da parte delle istituzioni locali ha portato, secondo Pugliese, a ignorare alternative che sarebbero state meno invasive e più convenienti dal punto di vista economico: «Si va a realizzare una strada in un'area produttiva quando si poteva tranquillamente realizzare una tangenziale su un vecchio tracciato, molto meno impattante e più economico. Ma l’amministrazione Stasi, così come il centrodestra, non ha mai mostrato interesse. Non è una questione di partito, ma di totale incompetenza a tutti i livelli». Le critiche, quindi, non risparmiano nessuna forza politica.