Il procuratore Pierpaolo Bruni non si ferma. Dopo le numerose inchieste su corruzione e politica nel Tirreno cosentino, stavolta il magistrato crotonese, in servizio alla procura di Paola da giugno 2017, ha tolto il velo su una presunta associazione a delinquere, i cui appartenenti sarebbero dediti alla spartizione di proventi sugli appalti pubblici e una serie di reati contro la pubblica amministrazione. Nell'inchiesta risultano indagati 18 tra professionisti e imprenditori, con un'alta concentrazione nei territori di Belvedere Marittimo e Scalea.

I reati contestati

I reati contestati dagli inquirenti vanno dalla truffa alla turbata libertà degli incanti, passando per la corruzione. Secondo le prime risultanze, ad alcuni degli indagati sarebbe contestata anche la violazione Legge Anselmi, che su tutto il territorio italiano vieta espressamente l'appartenenza ad associazioni segrete e non «che occultino in tutto o in parte le finalità e attività, nonché interferenti con organi della pubblica amministrazione italiana e con servizi pubblici essenziali. In altre parole, la procura guidata da Bruni avrebbe scoperto nel territorio dell'alto Tirreno cosentino l'esistenza di una loggia massonica coperta. Le indagini, ad ogni modo, si estendono fino alla Basilicata e non sono ancora concluse.