Nelle prime ore di oggi, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, su ordine della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi, hanno proceduto all'esecuzione di misure cautelari, emesse dal Gip presso quel Tribunale, nei confronti di 24 dipendenti comunali, 4 destinatari di ordini di custodia cautelare con l'applicazione della misura degli arresti domiciliari e gli altri 20 destinatari dell'obbligo della presentazione alla polizia giudiziaria.

 

I reati contestati - Tutti sono ritenuti responsabili dei reati di concorso in false attestazioni, con modalità fraudolenta, della presenza in servizio e truffa aggravata e continuata in danno dell'ente pubblico di appartenenza, nello specifico il Comune di Oppido Mamertina.

 

Al mercato settimanale, nei negozi o impegnati nelle pulizie domestiche - Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Palmi, traggono origine da un’attività di controllo iniziata nel mese di novembre del 2015, quando i militari della Stazione di Oppido Mamertina rilevavano che alcuni dipendenti comunale, nella fascia oraria in cui avrebbero dovuto trovarsi in servizio, si allontanavano dal luogo di lavoro e venivano notati in diverse zone della cittadina. L’allarmante fenomeno di assenteismo si manifestava in maniera più accentuata in particolare nella giornata del martedì, giorno in cui si tiene il mercato settimanale. In alternativa i furbetti del cartellino si aggiravano per negozi, erano impegnati in attività di pulizia domestica o si intrattenevano con conoscenti ed amici per le piazze e strade cittadine.


Incastrati dalle immagini di videosorveglianza - Per meglio documentare il fenomeno, è stato installato un sistema di videosorveglianza che ha permesso di monitorare la macchinetta marcatempo e gli ingressi del Palazzo Comunale. Le videoriprese, protrattesi per circa tre mesi hanno consentito di individuare e ricostruire un fenomeno di malcostume messo in atto con modalità estremamente disinvolte, concretizzatosi nell’utilizzo improprio da parte di alcuni dipendenti comunali dei badge per il rilevamento delle presenze lavorative, con conseguente danno per l’amministrazione di appartenenza e relative violazioni di carattere penale e nell’allontanamento volontario da parte degli stessi dipendenti dagli uffici comunali senza che tali assenze venissero attestate dalla timbratura del badge, da un permesso o da autorizzazioni dei dirigenti comunali.

I soggetti indagati facevano così risultare integralmente osservato l’orario di lavoro quotidiano che in realtà non lo era mai, e conseguentemente percepivano indebitamente un ingiusto profitto consistente nella ordinaria retribuzione per l’intero orario lavorativo.

 

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