Sapeva di avere in mano una tesi quasi completamente copiata da un altro lavoro reperito sul web. E sapeva di essere stata scoperta. Ma si è ugualmente presentata davanti alla commissione, nella convinzione, errata, che comunque in un modo o nell’altro, si sarebbe potuta trovare una soluzione per consentirle di conseguire il titolo di dottoressa in giurisprudenza. Nella vicenda del plagio venuto a galla all’Università della Calabria, emergono nuovi elementi utili a chiarire i contorni di quanto accaduto all’inizio della seduta di laurea di martedì scorso 24 aprile, nell’aula intitolata a Tommaso Sorrentino, al dipartimento di scienze aziendali e giuridiche.

Verità scoperta grazie ad un software

Il software antiplagio Compilatio è disponibile al DIScAG solo da pochi giorni. Testato sulle tesi in discussione il 24 aprile, ha fatto emergere un dubbio sulla genuinità della tesi soltanto il giorno prima della seduta, rivelando una compatibilità al 96% tra il lavoro redatto dalla studentessa ed un’altra tesi presentata da un laureando in giurisprudenza dell’Università di Bari nel 2011. Secondo quanto si è appreso la docente relatrice, la professoressa di diritto penale Maristella Amisano, assente perché impegnata a New York in un ciclo di conferenze, informata del problema, si sarebbe messa in contatto con la ragazza invitandola a rinviare la discussione. La giovane però, la mattina del 24 aprile, si è ugualmente presentata in aula. E la commissione non ha avuto altra scelta se non quella di comunicarle che mai e poi mai avrebbe avallato eventuali irregolarità. Di fronte alle resistenze della studentessa, la quale continuava a sostenere di non aver copiato la sua tesi, si è deciso di congelarne la posizione fino al pomeriggio, quando si sarebbe dovuto procedere ad una verifica approfondita dell’elaborato. Soltanto in quest’ultima fase, di fronte alla prospettiva di poter incorrere in un reato e di pregiudicare sul nascere la propria carriera professionale, la laureanda ha spontaneamente rinunciato a procedere, rinviando la conclusione del proprio percorso di studi ad altro momento.

Controlli attivi per evitare altri casi

Ma adesso all’Unical vogliono vederci chiaro, capire se lo spiacevole episodio sia stato un caso isolato o se, al contrario, quello di copiare le tesi sia un diffuso malcostume. Nei prossimi giorni saranno individuate le azioni da mettere in campo per avviare un controllo sistematico ed efficace di tutti gli elaborati, così da evitare che qualche studente possa conseguire la laurea in maniera fraudolenta. Anche se, dopo il clamore degli ultimi giorni, c’è da scommettere che gli aspiranti dottori ci penseranno due volte prima di barare.

Salvatore Bruno