I primi cittadini (pesa l'assenza di Trebisacce) chiedono un incontro alla Meloni e saranno ricevuti da Occhiuto. Le risorse (18,5 milioni complessivi) potrebbero essere assorbite quasi tutte dalla demolizione del viadotto Pagliara
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Obiettivo raggiunto. Giovedì pomeriggio alle 15 i sindaci del territorio su cui ricade il terzo megalotto della statale 106 – i 38 km che si estenderanno a quattro corsie da Roseto Capo Spulico all’innesto con la statale 534 nel comune di Cassano – incontreranno il presidente della giunta regionale, Roberto Occhiuto. Scopo della riunione, le opere compensative dell'infrastruttura in costruzione che sarà consegnata – secondo cronoprogramma – il 9 agosto 2026.
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I sindaci hanno occupato simbolicamente la prefettura di Cosenza per 36 ore perché vorrebbero poter interloquire con la presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni. L’obiettivo è quello di poter gestire le risorse a disposizione – 18.5 milioni di euro complessivi per tutti i comuni attraversati – in autonomia, per come è stato stabilito per il Parco archeologico di Sibari.
Al sit-in erano presenti i sindaci di Cassano all’Ionio, Gianni Papasso, di Villapiana, Paolo Montalti, di Francavilla Marittima, Gaetano Tursi, di Cerchiara, Antonio Carlomagno, di Albidona, Leonardo Aurelio, in rappresentanza del comune di Amendolara, Antonello Ciminelli, e di Roseto Capo Spulico, Rosanna Mazzia.
I primi cittadini, tra l’altro, chiedono la demolizione del viadotto Pagliara, che sull’attuale statale 106 supera il centro storico di Trebisacce, raggiungendo poi la pianura. La sola demolizione, però, costerebbe circa 12milioni, andando ad assorbire sostanzialmente tutto il budget messo a disposizione. I sindaci, quindi, nel chiedere autonomia di gestione delle risorse, pongono anche alcune riflessioni sugli svincoli.
Attualmente l’avanzamento dei lavori del terzo megalotto è circa al 50% e già nell’estate 2025 potranno essere aperti al traffico i primi otto chilometri.
«Dopo il sit-in durato oltre 36 ore – spiegano i sindaci dell’Alto Jonio – siamo stati nuovamente ricevuti dal viceprefetto vicario e dal capo di gabinetto e l’occasione è stata utile, innanzitutto, per sgomberare il campo da qualche fraintendimento e per richiamare l’attenzione del Governo. Giova ricordare – hanno sottoliato i sindaci – che è stato proprio il Cipe a deliberare il diritto del territorio che ospita la nuova SS106 Jonica alla compensazione ambientale e a stabilire l’entità delle risorse a ciò destinate. Su come quelle somme dovessero essere suddivise sui vari territori esiste un accordo, sottoscritto nella sede dell’Anas a Roma, che risale al 7 luglio 2014. Oggi appare evidente che qualcuno vuole modificare quell’accordo a discapito dei sette comuni che si sono ritrovati a Cosenza in questi giorni».
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Tra queste, sottolineano ancora Papasso, Montalti, Tursi, Carlomagno, Aurelio, Ciminelli, e Mazzia «spiccava un'opera, un waterfront da Sibari a Roseto. Quell’accordo era però chiarissimo anche su un altro tema: l’abbattimento del Pagliara non doveva rientrare tra le somme per le compensazioni ambientali».
Di fronte alla possibilità di vedere svanire queste risorse i sindaci chiedono che siano i Comuni, «così com’è stato fatto per il Parco Archeologico di Sibari, ad essere destinatari diretti delle risorse e poterle spendere nel solco delle indicazioni già date dalla Commissione Valutazione impatto ambientale».
«La speranza – chiudono i sette sindaci – è che l’incontro di giovedì col presidente Occhiuto sia propedeutico a quello chiesto alla presidente Meloni per risolvere definitivamente, dopo quasi dieci anni di stallo e promesse disattese, le vicende legate alle opere compensative. Per quanto riguarda gli svincoli – concludono – chiediamo al Governo e ad Anas una nuova riflessione: non vogliamo svincoli “a diamante” impattanti ma semisvincoli di modo da rendere la strada accessibile e utilizzabile da tutti i cittadini».
Nota a margine. Alla quasi due giorni di protesta non c’era il sindaco di Trebisacce, Sandro Aurelio. Starà giocando la sua partita in autonomia? Avrà cambiato idea sulla demolizione del viadotto Pagliara?