La Corte dei Conti ha condannato tre ex dirigenti dell’Asp di Vibo Valentia a rifondere, complessivamente, il danno erariale di 55mila euro.  Si tratta di: Francesco Procopio, 60 anni, di Serra San Bruno, all’epoca dei fatti responsabile dell’ufficio legale dell’Asp, condannato a pagare 23.640 euroAlessandra Manasia, 53 anni, di Lamezia Terme, quale responsabile dell’ufficio Gestione Patrimonio Immobiliare, condannata a pagare all’Asp 19.700 euro; Bruno Calvetta, 62 anni, direttore dell’Unità operativa Gestione Tecnico Patrimoniale dell’Asp di Vibo, condannato a pagare 11.820 euro.

«Il reciproco scarico di responsabilità – scrivono i giudici in sentenza – ha determinato quell’immobilismo che costituisce l’essenza della colpa grave, quale massima trascuratezza e negligenza nell’esercizio delle proprie funzioni, concretatasi nel pretendere di disinteressarsi dei propri doveri addossando agli altri, per intero, la responsabilità e additando gli altri come unici responsabili del danno». Al centro del procedimento dei giudici contabili, la presunta cattiva gestione degli immobili dell’Azienda sanitaria vibonese che per anni sarebbero stati occupati abusivamente o senza pagare nessun canone di locazione. A far scattare gli accertamenti era stato un esposto presentato nel 2018 dall’allora consigliere regionale del Pd Carlo Guccione.

Secondo l’accusa, terreni e fabbricati di proprietà dell’Azienda sanitaria provinciale sarebbero stati occupati abusivamente da parte di soggetti terzi cui non è seguita poi alcuna azione giudiziaria da parte dell’Asp al fine diottenere il rilascio degli immobili. In un caso non sarebbero stati riscossi i canoni di locazione di fabbricati di proprietà dell’Asp di Vibo e non sarebbe stata intimato alcuno sfratto per morosità. Ad avviso dei giudici contabili, nessuno fra Francesco Procopio, Alessandra Manasia e Bruno Calvetta «ha ritenuto di inoltrare diffide agli occupanti illegittimi, ciascuno di essi limitandosi ad affermare la competenza degli altri e a negare la propria. Pertanto, ciascuno dei tre convenuti è responsabile per i comportamenti omissivi contestati». La Corte dei Conti sottolinea poi in sentenza che Bruno Calvetta «al di là dell’inviare solleciti all’Ufficio legale, avrebbe indubbiamente dovuto quantomeno inviare diffide e messe in mora agli occupanti, oltre a porre in essere ogni ulteriore azione idonea a evitare il protrarsi dell’inerzia che ha contraddistinto i fatti in esame». Francesco Procopio «in qualità di legale», per i giudici era il «conoscitore esperto della materia, che avrebbe potuto e dovuto compiere atti di interruzione della prescrizione, illustrare alla direzione aziendale e agli uffici di amministrazione attiva le azioni da intraprendere per ottenere, in tempi più o meno lunghi, il rilascio degli immobili illegittimamente occupati». La Procura ha poi attribuito una quota di danno pari al 25% in capo ad Alessandra Manasia, e anche tale quota è stata reputata corretta «in quanto riferita alla titolare di posizione organizzativa precipuamente deputata alla gestione degli immobili dell’azienda».

Per i giudici non ci sono dubbi che tutti e tre «avevano i poteri e il dovere di porre in essere azioni concrete per evitare lo stallo in cui la vicenda in oggetto verteva, anche semplicemente inviando diffide agli occupanti e collaborando al fine di ottenere il rilascio degli immobili».

Francesco Procopio dal gennaio del 2021 è il commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera “Pugliese Ciaccio” di Catanzaro.
Bruno Calvetta è invece segretario generale delle Camera di commercio di Vibo e Catanzaro.