Le consulenze tecniche e le testimonianze raccolte dalla Procura di Catanzaro lanciano un allarme sulle possibili alterazioni dei risultati provocate dalle sevizie sui topi. Indagati per false informazioni 5 ricercatori
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Decapitazioni dei topi da laboratorio senza anestesia. È uno dei particolari più agghiaccianti venuti fuori dall’inchiesta Grecale, condotta dalla Guardia di finanza di Catanzaro sulla gestione di due stabulari dell’università Magna Graecia. A parlare di quanto avveniva sono stati giovani medici che conducevano ricerche con questi animali.
Hanno raccontato di avere assistito alle decapitazioni di animali senza anestesia in particolare da parte dei dottori Rita Citraro, Emilio Russo e Antonio Leo.
La cosa non è terribile solo dal punto di vista della pietas che è dovuta (per legge) a una creatura di cui l’uomo si serve per testare cure e farmaci, ma anche perché il maltrattamento rischia di mandare a monte una ricerca scientifica. Gli stessi testimoni, davanti al pm Saverio Sapia, hanno raccontato che quando i topi venivano decapitati, gli altri animali presenti all’interno delle gabbiette dello stabulario, sentito l’odore del sangue, si agitavano e non solo diventavano ingestibili ma il loro corpo produceva cortisolo (volgarmente noto come ormone dello stress) che può incidere e alterare i risultati delle analisi.
Sul tema delle conseguenze dei maltrattamenti sulla ricerca scientifica la Procura di Catanzaro ha chiesto il parere di un consulente tecnico il quale ha redatto una relazione.
Nelle sperimentazioni sugli animali gli accorgimenti sono importanti ed è fondamentale generare meno varianti possibile in modo tale da mantenere il rigore scientifico del risultato di una sperimentazione. Anche la temperatura alla quale devono essere tenuti i roditori, per esempio, va mantenuta tra 20 e 24 gradi. Questo perché animali sottoposti a procedure con temperature diverse danno risposte sperimentali diverse. All’università Magna Graecia di Catanzaro d’estate il clima era così caldo e d’inverno così freddo, a causa degli impianti di condizionamento guasti, che si sospettano morie di topi causate delle temperature impervie.
In sostanza – si legge tra i brogliacci dell’indagine Grecale – il danno causato dal maltrattamento sugli animali è duplice: da un lato si causa una inutile sofferenza sugli animali, dall’altro si rischia di falsare l’attendibilità di una ricerca.
L’accusa della Procura di Catanzaro è dura e pesante poiché sostiene che in almeno due stabulari sono state violate, tra le altre cose, le più banali norme procedurali, comprese quelle igieniche, e solo la corruzione dei vertici dell’Asp veterinaria ha impedito l’immediata chiusura di questi laboratori.
In tal senso gravi accuse vengono rivolte a Nicola Costa, veterinario designato per lo stabulario di Roccelletta di Borgia sino al 2021. Nonostante le sue denunce abbiamo svelato tutto il sistema, il veterinario avrebbe omesso le più elementari norme sul benessere animale. Tra l’altro l’indagato non avrebbe mai emesso una ricetta, è l’accusa mossa. Questo avrebbe comportato l’impossibilità di sapere quali farmaci siano stati somministrati agli animali, la loro provenienza e gli effetti che hanno avuto. Da una intercettazione emergerebbe, poi, che alcun farmaci, come la morfina, venissero adoperati a scopi ludici. C’è chi, intercettato, descrive i laboratori come night club: di giorno ricerca e di notte sesso e droga.
Ebbene, per quanto non venga contestato nessun danno erariale, la Procura di Catanzaro, nella richiesta di misura cautelare sottolinea come nei due laboratori posti sotto sequestro – intorno ai quali orbitano le accuse di maltrattamenti sugli animali, uccisione di animali e falso in atto pubblico - siano state condotte sperimentazioni finanziate con fondi pubblici per il valore di quasi due milioni di euro.
Ora, c’è da precisare che il decreto legislativo numero 26 del 2014 cerca di bilanciare le sperimentazioni sugli animali con il benessere degli stessi. In sostanza, la legge dice che poiché è attualmente imprescindibile l’uso degli animali per le sperimentazioni scientifiche, è un dovere minimizzare le sofferenze delle creature coinvolte attraverso una serie di norme di comportamento che garantiscano il benessere degli animali e la sicurezza di sperimentatori e operatori.
Per questo esistono organi che dovrebbero garantire il rispetto di queste norme. Come l’organismo preposto al benessere degli animali (Opba) che a Germaneto è rappresentato da Domenico Britti, posto ai domiciliari dal gip Sara Merlini.
Nel corso delle indagini, i ricercatori che hanno lavorato in questi laboratori in cui si fanno esperimenti sui ratti sono stati ascoltati dai magistrati. Qualcuno ha collaborato, altri si sono mostrati reticenti e sono attualmente indagati per false informazioni al pm.
Secondo l’accusa, coloro che erano ancora interni all’università sarebbero stati propensi a coprire il sistema, o, comunque, a non prendere posizioni.
In particolare Vincenzo Musolino, Cristina Carresi, Francesca Scarano, Carmen De Caro e Velia Cassano avrebbero reso dichiarazioni ritenute false o gravemente omissive dalla Procura di Catanzaro.