VIDEO | La Protezione civile esclude che possa essere collegata alla prima scossa. E intanto invita la popolazione a segnalare alle istituzioni competenti
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«Capisco che la popolazione sia scossa ma non bisogna trasformarsi in sismologi alla ricerca di faglie. Lasciamolo fare agli esperti che lo fanno per mestiere».
È questo il messaggio che la Protezione civile ha deciso di inviare alla popolazione della Presila catanzarese, all'indomani della diffusione sui social di una foto che immortala la presenza di una faglia, presumibilmente situata in località Tirivolo, a pochi chilometri di distanza dall'epicentro delle scosse che si stanno susseguendo da settimane.
Segnalare alle istituzioni competenti
«Qualora si noti - spiega Michele Folino Gallo, funzionario della Protezione civile - qualcosa di insolito, è giusto fotografarlo ma segnalarlo alle istituzioni competenti».
La foto che circola da giorni, documenta un'apertura nel terreno, di ridotte dimensioni e che la Protezione Civile riconduce all'azione delle acque meteriche. «La capacità di una faglia di rompere la superficie terrestre e prolungare quella frattura che si origina laddove è l'ipocentro, il punto in cui si innesca il terremoto, arrivando alla superficie topografica è un fenomeno noto in Italia però come conseguenza di terremoti forti con magnitudo superiore a 5.5 o 6. Centinaia di volte più forte del terremoto registrato ad Albi di magnitudo 4».
Nessuna connessione con il terremoto di Albi
Anche noi nei giorni scorsi avevamo provato a documentare la presenza della faglia che oggi la Protezione civile assicura non avere alcuna connessione con la prima scossa registrata ad Albi: "Noi tendiamo ad escludere che quello che si vede in quella foto, che poi non è neppure chiaro dove si trovi precisamente, possa essere legata direttamente al terremoto del 17 gennaio".