Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Doveva esibirsi lui. A tutti i costi. E così anche il programma delle manifestazioni estive del 2008 a Taurianova, fu modificato per permettere al cugino di Giuseppe Sposato di poter salire sul palco ed ottenere il discreto cachet previsto per la serata. L’artista, imitatore del noto cantante Renato Zero, finisce nel registro degli indagati per l’ipotesi di abuso d’ufficio in concorso con Francesco e Giuseppe Sposato.
La parentela con l'artista
Tutto nasce dai rapporti di parentela fra l’imitatore e cantante Francesco Stumpo e Giuseppe Sposato, che risultano primi cugini. L’allora assessore Francesco Sposato fu costretto a modificare il programma. Una vicenda che può apparire banale, ma che spiega benissimo la forza d’intimidazione degli Sposato nel tessuto amministrativo del Comune.
È lo stesso ex assessore a raccontare ad un amico, nel 2012, cosa avvenne quattro anni prima.
Gli accertamenti condotti hanno permesso di acclarare come l’artista si esibì la sera del 6 settembre 2008 nella piazza Macrì di Taurianova. Stumpo presentò il tour “Live show l’ora Zero”. Come scrive il gip nell’ordinanza, per quell’esibizione furono stanziati fondi pubblici, e cioè mille euro dall’assessorato alle politiche sociali e altri mille da quello allo sport, turismo e spettacolo. Il resto a carico dello sponsor.
Il racconto all'amico
Francesco Sposato si lamenta con l’amico per il comportamento del cugino, ammettendo – secondo il gip – il grave abuso commesso per agevolare lo spettacolo di Stumpo, modificando la programmazione che prevedeva l’esibizione di altri artisti. «Pino non la mettere in questo modo gli ho detto io, io non è che non te lo voglio fare, innanzitutto dovevi venire prima… io non te lo posso fare! Dice va bene ho capito! (…) Io ho tolto due spettacoli, ho tolto due… ho messo a questo 2500 euro il resto ho scritto sponsor ditta Sposato e gli ho dato lo spettacolo». E non era il primo favore in tale senso: «Per non dire tante altre cose che ci sono state che non veniva lui… veniva chi per lui… che io pure per lui, per loro ho passato i guai… lasciamo stare e non riconoscono niente».
Consolato Minniti