Non è ancora avvenuto il trasferimento della terapia intensiva cardiochirurgica al secondo piano nella recovery room che renderebbe possibile l'implementazione delle postazioni Covid
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«Presso l’azienda ospedaliera universitaria Mater Domini di Catanzaro sono stati realizzati i primi 6 nuovi posti di terapia intensiva, dei 9 di cui il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, aveva annunciato la realizzazione». Lo afferma in una nota il portavoce del presidente della Regione, Roberto Occhiuto, in relazione all'articolo che dà conto della mancata attivazione.
La precisazione
«E, di conseguenza, sono stati correttamente e in totale trasparenza trasmessi a Roma i dati aggiornati relativi ai posti letto di terapia intensiva a disposizione della Regione: passati da 180 a 186. Per raggiungere questo importante obiettivo si è proceduto ad una riorganizzazione degli spazi già esistenti al secondo piano. Si precisa, inoltre, che ulteriori 3 nuovi posti di terapia intensiva saranno completati a breve, anche grazie all’intervento di una ditta specializzata tedesca che è già stata attivata per il completamento degli arredi e per lo spostamento di macchinari del peso totale di circa 1.400 kg. Chi parla di ‘timidi passi avanti’ o di ‘dati falsati, dunque, o ha informatori distratti o interessati, oppure è in malafede».
La controreplica
Fin qui la nota del portavoce del presidente della Regione. Preme però sottolineare che quanto scritto nell'articolo citato trova ulteriore conferma nell'odierna delibera (744/2021 del 23/12/2021) che porta in calce proprio la firma del commissario straordinario dell'azienda universitaria Mater Domini, Giuseppe Giuliano. Nel corpo del testo si affronta, appunto, la riorganizzazione degli spazi per fronteggiare l'emergenza epidemiologica e vi si legge «che l’attivazione dei posti letto Covid 19 è subordinato al trasferimento dei pazienti ricoverati nella terapia intensiva cardiologica e alla disponibiltà delle apparecchiature (pompe siringhe, volumetriche) da utilizzare nei nuovi posti letto da attivare».
Così come correttamente riportato nell'articolo, il trasferimento della terapia intensiva cardiologica - che consentirebbe l'attivazione di nuovi posti letto covid - non è ancora avvenuta poiché non tutta l'attrezzatura è nella disponibilità dell'azienda. Oltre a ciò nulla si dice in relazione al personale da assumere per garantire le cure (7 anestesisti e 13 infermieri). Ne consegue che non si può evidentemente parlare di posti letto attivi, almeno se per attivi vuol intendersi capaci di ospitare pazienti. A dirlo non è il giornalista ma il commissario straordinario nella sua stessa delibera che non a caso parla di «nuovi posti letto da attivare» e non già attivi. Nessuna malafede, dunque, e nessuno informatore interessato. Restiamo fiduciosi in attesa del trasferimento dei pazienti, una circostanza che certamente fugherà ogni dubbio sulla reale operatività dei posti letto.