Sette anni e 6 mesi di reclusione. Questa la pena inflitta dal gup di Vibo Valentia, Gabriella Lupoli, nei confronti di Fabio Condoluci, 45 anni, originario di Gioia Tauro, residente a Milano ma domiciliato attualmente a Reggio Calabria nel rione “Modena”, a Santa Domenica di Ricadi, Gioia Tauro e località “Cala Petrosa” di Parghelia, ritenuto responsabile del tentato omicidio di A.C., 35 anni, di Gioia Tauro, fatto di sangue consumato a Santa Domenica di Ricadi il 24 giugno 2015. Il pm Filomena Aliberti, al termine della requisitoria, aveva chiesta la condanna per Condoluci a 10 anni e 4 mesi di reclusione. Il processo si è svolto con il rito abbreviato che è valso uno sconto di pena pari ad un terzo nei confronti dell’imputato, difeso dall’avvocato Giuseppe Milicia. Le parti offese del procedimento, A.C. e la madre S.M. costituite parti civili nel processo erano invece assistite dall’avvocato Francesco Marincola.

 

Fabio Condoluci, già processato nel 2001 per il tentato omicidio di D.C., resta pertanto in carcere e l’impalcatura accusatoria messa in piedi nei suoi confronti dalla Procura di Vibo supera il vaglio del giudice terzo.

 

L’agguato. A.C. il 24 giugno 2015 si trovava fermo in macchina, una Mercedes, ad un passaggio a livello di Santa Domenica di Ricadi quando è stato attinta da alcuni colpi di pistola di grosso calibro esplosi all’indirizzo della spalla e della mano. Il fatto di sangue, secondo la ricostruzione degli inquirenti, sarebbe scaturito al culmine di alcuni dissidi tra le famiglie dei due, entrambi operatori turistici, proprietari di villaggi turistici a Parghelia, entrambi confinanti.

 

Fabio Condoluci aveva tentato nel 2001 di uccidere anche D.C., fratello di A. mentre nel settembre del 2012 Domenico Condoluci, fratello di Fabio e gestore anche di una discoteca (il “Punta Cana”) a Santa Domenica di Ricadi, è stato ucciso in un agguato a Gioia Tauro a colpi di fucile caricato a pallettoni. Un delitto, quest’ultimo, ancora impunito.

Nel 2004 Fabio Condoluci era stato inoltre arrestato poiché al culmine di una lite si era lanciato a tutta velocità con la sua auto contro il tavolino all’aperto di un locale di Tropea dove era seduto C.C., con il quale poco prima aveva avuto una lite.

 

Le modalità di esecuzione del tentato omicidio. Il tentato omicidio di A.C. è stato compiuto nei pressi del passaggio ferroviario di Santa Domenica di Ricadi e quindi “in luogo pubblico, in pieno giorno e – secondo il gip che aveva adottao la misura cautelare per Condoluci - con fredda violenza”. Solo l’inceppamento della pistola usata da Condoluci per sparare C. ha salvato quest’ultimo da una sicura morte e nel corso delle intercettazioni era emersa la circostanza che la famiglia avesse provato ad acquistare un’auto blindata per il timore che Fabio Condoluci potesse replicare la propria condotta delittuosa portandola alle estreme conseguenze.