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Lo Stato c’è e alla tendopoli continua a mettere in fila blitz su blitz. L’operazione di ieri è infatti è l’ultima di una lunga serie. Anche questa volta Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza sono entrati nella baraccopoli a colpo sicuro. Le forze dell’ordine, contestate dagli ospiti per quel braccio securitario oggi mostrato e non più nascosto, hanno dimostrato di conoscere quei luoghi del ghetto più illegali di altri.
Nelle scorse settimane era toccato chiudere gli allacci abusivi alla rete elettrica, realizzati sì per sopravvivenza, ma fonte dei rischi deflagrati negli incendi di quest’inverno. Poi il giro di vite ha riguardato gli spacci alimentari sorti tra le pozzanghere, una minaccia per la salute. Infine la repressione dell’utilizzo di mezzi di trasporto, sequestrati perché privi di documenti regolare e col sospetto di essere dei caporali neri.
Il blitz di ieri, contro il racket tra africani di diverse etnie e lo sfruttamento della prostituzione, non risolve certamente il problema di un’accoglienza che manca – nella tendopoli non più presidiata da alcuna associazione – ma responsabilizza ancora di più le istituzioni. Si va verso l’attuazione degli accordi voluti dalla prefettura. La nuova tendopoli stenta ad arrivare, ognuno si arrangia come può, ma la musica è cambiata: quando avverrà il trasferimento, tolleranza zero e campo vigilato stabilmente saranno le parole d’ordine.
Agostino Pantano