Il comune di Joppolo non andava sciolto per mafia. Lo ha stabilito il Tar del Lazio che, con sentenza depositata mercoledì 3 giugno, ha accolto il ricorso proposto dal sindaco Giuseppe Dato e da altri tre consiglieri di maggioranza contro il decreto presidenziale di scioglimento del consiglio comunale per condizionamenti della criminalità organizzata.

 

Per i giudici del Tar «la tesi della sussistenza di elementi probanti di condizionamento e collegamento è rimasta indimostrata, perché non emergono concrete azioni di interferenza amministrativa poste in essere da appartenenti a cosche operanti nel territorio …». In particolare non vi è la «consistenza e unidirezionalità necessaria a permettere una fondata percezione della loro forte e decisa valenza rivelatrice dei collegamenti esistenti tra gli amministratori locali e la criminalità organizzata».