Il geologo a Dopo la notizia su LaC Tv non ha escluso che si possa fare ma ha sottolineato il rischio di un nuovo terremoto distruttivo come quello del 1908. Santo Biondo (Uil): «Oggi l’Italia ha altri problemi a cui pensare»
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Ponte sullo Stretto, realtà o miraggio? Mai come ora questa domanda sta infiammando il dibattito tra chi è favorevole e chi contrario alla realizzazione dell’infrastruttura che collegherebbe Sicilia e Calabria. Una mega opera che, secondo alcuni, oltre che collegare la Sicilia alla terra ferma, potrebbe essere anche un grande attrattore turistico.
«C'è un Governo che vuole fare il Ponte, ci sono due presidenti di regione che sono d’accordo, penso che questa sia la volta buona», ha detto Roberto Occhiuto parlando coi giornalisti prima dell’inizio dell’incontro che si è tenuto a Roma fra il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, e i presidenti delle giunte regionali di Calabria e Sicilia (Renato Schifani). Se Matteo Salvini ha annunciato che dopo 54 anni il Ponte sullo Stretto sarà realtà, il presidente della Calabria Occhiuto si è addirittura sbilanciato sull'inizio dei lavori, affermando che «sarebbe bello se l'opera si potesse cominciare a realizzare già nel 2023».
Il Ponte sullo Stretto nella puntata di Dopo la notizia
La realizzazione (o meno) del Ponte sullo Stretto è stato l'argomento di dibattito nel corso della puntata odierna di Dopo la notizia. Al format di approfondimento condotto da Pasquale Motta, hanno partecipato Santo Biondo, segretario generale Uil Calabria, e Carlo Tansi, geologo.
Biondo: «Favorevoli al Ponte ma si pensi prima alla Ss 106»
Il segretario generale della Uil Calabria sostiene che «rispetto alla realizzazione di questa infrastruttura ci sono una serie di punti di domanda, sul piano giuridico, finanziario, tecnico, progettuale». Secondo Santo Biondo «al di là di ciò che ha detto il presidente (Occhiuto ndr) non credo che si potrà mai realizzare nel 2023 l’apertura di un ragionamento concreto sul Ponte».
La richiesta di Biondo all’esecutivo Meloni è chiara: «Riteniamo che sia importante misurare l’impegno di questo Governo e del ministro alle infrastrutture sulla Calabria, una regione che ha tanti temi infrastrutturali aperti», per farlo c’è bisogno di intervenire «sulle cose concrete e quindi diciamo che bisogna ragionare sulla statale 106 per la prossima legge di bilancio».
«Il Governo precedente - ha continuato Biondo - si era impegnato a mettere 3 miliardi per per l'infrastrutturazione della 106, in più ci sono all'interno di questa arteria esistono tratti che sono già cantierizzati, come il terzo Macrolotto, che vanno velocizzati».
Il segretario regionale della Uil ha concentrato il suo discorso anche sull’argomento dell’Alta velocità, denunciando il fatto che «sui sei lotti previsti dal Pnrr ne vengono finanziati solamente due e, guarda caso, i tratti calabresi che vanno da Tarsia a Lamezia, da Lamezia a Gioia Tauro e da Gioia Tauro a Reggio Calabria non ci sono», non esistono infatti «né progetti di fattibilità né minimamente l’idea di metterli in campo».
«L’impegno di questo Governo - ha continuato il segretario di Uil Calabria - e nello specifico del ministro Salvini nei confronti della Calabria, non è quello individuare risorse per fare il Ponte, visto che queste risorse non possono essere messe in campo né dall’Europa, né tantomeno dall’Italia», ma invece bisognerebbe avere un’idea «concreta di investimenti infrastrutturali in Calabria che, anche alla luce del Pnrr, dovrebbe modernizzare il Paese soprattutto sul piano delle infrastrutture».
La realizzazione del Ponte, secondo Biondo, non è al momento possibile soprattutto a causa dei costi elevati che tale infrastruttura necessiterebbe: «La spesa reale non è quantificata, ma oggi l’Italia non è assolutamente nelle condizioni di poter impegnare risorse su un un’infrastruttura di questa portata, perché c’è un tema di carattere economico e sociale che ormai è esploso nel paese e che nei prossimi mesi e le prossime settimane rischia di travolgere l’Italia e anche l'Europa».
«L'impegno da parte del Governo - ha affermato Biondo in conclusione - deve essere su due temi infrastrutturali, 106 e alta velocità».
Tansi: «Una sfida di ingegneria con costi esorbitanti»
Se Santo Biondo ha parlato della realizzazione dell’opera, dal punto di vista delle risorse, il geologo Carlo Tansi si è invece concentrato sulla fattibilità dell’infrastruttura, principalmente tenendo in considerazione il punto di vista geomorfologico.
«Voglio subito chiarire che Calabria e Sicilia stanno su due placche diverse – dice Tansi – e nella zona di scontro, situata appunto nello Stretto, dovrebbe realizzarsi il Ponte. Voglio ricordare a tutti – afferma il geologo – che nel 1908 in quella zona si verificò uno dei terremoti più catastrofici della storia dell’umanità».
Lo sviluppo ingegneristico nel corso degli anni ha fatto enormi passi in avanti, sia dal punto di vista tecnico che di utilizzo dei materiali di costruzione. Tansi lo sa bene e parla anche di una «grande sfida di ingegneria».
Il Ponte sullo Stretto sarebbe lungo circa 3.300 metri e rappresenterebbe il ponte a campata unica più lungo al mondo, quindi, realizzare il ponte in una zona ad «altissimo rischio implica costi esorbitanti – afferma Carlo Tansi - ma su questo devono esprimersi gli ingegneri, perché sono loro che devono rendere futuribile questo Ponte».
Tansi: «C'è una Calabria di Serie A e una di Serie C»
«Noi abbiamo una Calabria di Serie A, quella tirrenica, dove ci sono aeroporti, autostrade e alta velocità, mentre sul lato jonico c'è una Calabria di Serie C, in cui la Statale 106 è rimasta la stessa di quanto fu costruita 100 anni fa, così come la rete ferroviaria e l’aeroporto, considerando che quello di Crotone è molto depotenziato. Insomma – dice Tansi - da quel lato siamo fermi all’epoca dei Savoia».
Tornando alla realizzazione del Ponte, il geologo Tansi sostiene che «bisogna considerare tanti fattori, non solo quelli sismici ma anche, per esempio, le correnti marine». Tutto ciò rappresenta quindi «una sfida di ingegneria» e potrebbe dunque essere, nel caso venisse effettivamente realizzato «un capolavoro mondiale di ingegneria», facendo però attenzione al fatto che la Calabria si trova «in una delle zone più sismiche del mondo e inoltre in un'area dove c'è un tasso di abusivismo edilizio eccessivo». Realizzare un ponte antisismico dove «tutto il contesto sarebbe altamente vulnerabile, - dice Tansi ai microfoni di LaC - vorrebbe dire in caso di terremoto collegare due grandi cimiteri». «Prima di fare il Ponte – dice in conclusione Tansi - mettiamo in sicurezza la Calabria dal punto di vista sismico, geomorfologico e di collegamento».