VIDEO | Le telecamere del noto tg satirico nel quartiere Isonzo, in mano alla criminalità organizzata. Nell'attività di spaccio, coinvolti anche minori. Il commento dei parlamentari pentastellati: «Pronte due interrogazioni al ministro dell’Interno»
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
«Ha riacceso i riflettori su un problema gravissimo, che avevamo già affrontato ampiamente, il recente servizio di Striscia la notizia sul traffico di droga di matrice ‘ndranghetista nel ghetto di viale Isonzo a Catanzaro, che peraltro ha mostrato e confermato lo sfruttamento di bambini nell’attività di spaccio». È il commento dei parlamentari M5S Paolo Parentela e Bianca Granato, all’indomani del servizio a firma di Vittorio Brumotti andato in onda sul noto tg satirico. Al centro, il degrado di uno dei quartieri più popolosi della città capoluogo divenuto un vero market della droga.
Il degrado imperante della periferia
Gli esponenti pentastellati hanno quindi ricordato: «Nella campagna elettorale per le ultime Comunali di Catanzaro avevamo posto l’attenzione sul rischio e degrado sociale nell’intero quartiere interessato, Pistoia-Aranceto, proponendo misure di integrazione sociale che l’attuale maggioranza locale non ha mai voluto attivare». Nella precedente legislatura, anche per assicurare la sicurezza in quella zona, invece, erano state presentate «ben due interrogazioni parlamentari, con la convinzione che fosse utile, come lo è ad oggi, aumentare il controllo delle forze dell’ordine per contrastare i fenomeni criminali e il coinvolgimento di minori». Proprio sul coinvolgimento di ragazzi e di donne, si sono concentrate le telecamere di Striscia: «Ora – proseguono i due parlamentari del Movimento 5 Stelle – presenteremo due interrogazioni al ministro dell’Interno, una alla Camera e una al Senato, per sapere quali elementi specifici avessero il prefetto e il questore di Catanzaro e le iniziative di rispettiva competenza assunte nel tempo».
«Le responsabilità del sindaco Abramo»
«Ci sono comunque – precisano i due parlamentari – precise responsabilità politiche della maggioranza guidata dal sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, che ne deve rispondere all’opinione pubblica. Adesso è indispensabile avviare progetti e interventi educativi e di recupero sociale, per i quali bisogna interessare pure le scuole e il Garante regionale per l’infanzia. Occorre inoltre sostenere l’associazione Libera e il Centro calabrese di Solidarietà, nello specifico già operativi da un pezzo».
Quindi l’affondo finale: «Non possiamo permetterci – concludono Parentela e Granato – che in quel quartiere crescano bambini con il mito o l’influsso della ‘ndrangheta. I minori sono il futuro della nostra Calabria, nella quale più istituzioni pubbliche sono spesso indifferenti o sufficienti, malgrado le evidenze risapute».