VIDEO | L'invito indirizzato al consigliere regionale Franco Iacucci è arrivato durante un convegno ad Aiello Calabro con lo scrittore Giovanni Petronio, autore di due libri che ripercorrono la vicenda
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Il 23 dicembre 1961, alle ore 7:45, sulla tratta ferroviaria Cosenza-Catanzaro si verificò il più grave disastro ferroviario italiano dal dopoguerra ad oggi. Sessantanove persone persero la vita nello schianto del rimorchio che si staccò dal treno diretto a Catanzaro e deragliò all'altezza del canale Fiumarella, precipitando per 47 metri, mentre altre due persone morirono poche ore più tardi per le gravi ferite riportare. La strage, nota come "incidente ferroviario della Fiumarella", è ripercorsa tra le righe dei libri di Giovanni Petronio, autore di "I ragazzi della Fiumarella. Un disastro ferroviario a colori", pubblicato nel 2017, e "La Fiumarella. Il più grave deragliamento della storia d'Italia", pubblicato un anno fa.
Lo scrittore ne ha discusso nel teatro comunale di Aiello Calabro, nel corso di un evento del Festival letterario "Poeti della terra", ribattezzato Festival del lupo per via del logo che lo contraddistingue. Nel corso della serata, gli organizzatori hanno chiesto al consigliere regionale Franco Iacucci di proporre una giornata della memoria affinché fatti simili non accadano mai più e per ricordare le vittime, quasi tutti studenti e lavoratori. «Insieme ai colleghi presenterò una proposta di legge in consiglio regionale - ha detto l'ex presidente della provincia di Cosenza - e lo faccio volentieri». L'evento è stato moderato da Sabrina Pugliese, curatrice della sezione letteraria della kermesse.
Il disastro ferroviario
Alle 6.45 di quel giorno di cinquant'anni fa, il convoglio partì da Soveria Mannelli diretto a Catanzaro. A bordo erano saliti novantanove passeggeri. Dopo un'ora esatta, in prossimità del viadotto, nell'immediata periferia di Catanzaro, il treno subì un'improvvisa accelerazione, passando dai 35 km/h consentiti ai 63 km/h, come rivelò poi la commissione di inchiesta. Il gancio che legava l'automotrice e il rimorchio si spezzò in curva, provocando il deragliamento di quest'ultimo. Il resto del convoglio si fermò invece sui binari a una distanza di circa 53 metri. Delle settantuno vittime, trentuno erano di Decollatura, piccolo paesino della provincia di Catanzaro. La tragedia scosse fortemente la comunità e colpì praticamente quasi tutte le famiglie del territorio. La presenza di Giovanni Petronio al Festival è stata fortemente voluta da Angelica Artemisia Pedatella, attrice, regista, musicista, scrittrice, stavolta direttrice artistica del Festival del "lupo" che conta quarantaquattro eventi e andrà avanti per quattro mesi.
L'importanza di ricordare
Nonostante sia la più grande strage ferroviaria del Paese, ancora oggi molti non conoscono la storia e le vittime sono cadute nel dimenticatoio. Un fatto inaccettabile per lo scrittore Giovanni Petronio, che invece ha cercato con i suoi libri di riportare l'attenzione sulla strage, compiendo anche un lavoro di inchiesta. Secondo l'autore, ancora oggi non è stato raccontato tutto sulla vicenda. Il principale imputato dell'indagine avviata dalla magistratura fu il macchinista, condannato a dieci anni di reclusione dal tribunale di Catanzaro per eccesso di velocità, anche se la difesa ritenne che l'improvvisa accelerazione fu causata da un cattivo funzionamento dei freni. L'obiettivo di Petronio è quello di ricordare nomi e volti della strage il 23 dicembre di ogni anno, perché non accada mai più. Proprio nelle ultime ventiquattro ore si sono verificati in Europa due incidenti ferroviari: uno a Roma, in cui fortunatamente non si sono registrati feriti, l'altro in Germania, che purtroppo ha provocato la morte di almeno quattro persone e il ferimento di decine di passeggeri, a dimostrazione che la strage di "Fiumarella" è un fatto ancora oggi più attuale che mai.